venerdì 31 marzo 2017

Lo sventratroll, di William King - rileggendo la saga di Gotrek&Felix


Ci sono romanzi che affrontati a mente fredda si liquiderebbero come emerite idiozie, operette ingenue che al più intrattengono. La storia è convenzionale, i personaggi sono cliché appena abbozzati, i colpi di scena non li avverti nemmeno, sono una carezza intuibile da pagina uno. Sono romanzi che razionalmente verrebbe da demolire pezzo per pezzo. Eppure, alcune rarissime volte, sono talmente divertenti, talmente carismatici, talmente pieni di azione caciarona, che perdoni loro ogni difetto. Certo, questa non dev'essere una scusa per violare ogni regola della narrativa, eppure, ripeto, ogni tanto il miracolo avviene... 

La saga di Gotrek e Felix di William King non appartiene certo alla categoria delle opere qui sopra, non è certo tanto pessima: bisogna però riconoscere che accumula di stereotipo in stereotipo, procedendo alcune volte con tanta rozzezza da far sembrare scribacchini come Terry Brooks il Dante del fantasy. Mentre autori come Dan Abnett, pur popolando metà della Black Library, sono diventati scrittori al cento per cento, autori che meriterebbero molta più attenzione dai “letterati”, dall'altro William King tra gli anni '80 e '90 confezionava storie scritte molto alla buona, dove il materiale di base si sente parecchio. Non siamo ai livelli di un tie-in, di una trasposizione diretta, com'è ad esempio per la narrativa di Shirley tratta dai videogiochi, ma ci si avvicina pericolosamente. 
Eppure... quant'è divertente la saga di Gotrek?

venerdì 17 marzo 2017

Eroica! Recensione dello Sword&Sorcery all'italiana (Watson Edizioni)


La necessità di costruire un'ambientazione credibile, o in alcuni casi, di modificarne una già esistente per adattarla alle necessità di un plot, rende il fantasy un genere che molto più di tanti altri si accompagna bene agli studi storici. Non a caso molti scrittori fantasy sono o si improvvisano storici e accanto a una lunga tradizione americana di insegnanti di letteratura inglese che sono anche scrittori – nel caso di Stephen King sia come autori che come protagonisti nelle storie – abbiamo tanti scrittori fantasy che sono anche esperti di storia. Oltre all'esempio eclatante di Harry Turtledove, anche il padre (padrone per alcuni) J. R. R. Tolkien era un abile filologo i cui popoli non sono che una trasposizione fedele delle saghe norrene. Mi riferisco ovviamente a Rohan, a tutti gli effetti un tranquillo plagio, come osserva Tom Shippey.

Sarebbe però tanto più interessante osservare come la storia stessa degli autori li influenzi e come le loro opere non siano che un riflesso del periodo storico che vivono ( o credono di vivere).