Nonostante il caldo che sta lentamente trasformando Trieste in un umido avamposto vietcong, io e il mio collega Matteo Poropat della Tana dello Sciamano siamo riusciti a tradurre il numero successivo di Providence, The Haunted Palace. Siamo a metà strada dalla conclusione, nel mezzo del terzo volume curato dalla Panini Comics.
Black, finalmente arrivato a Providence, sta lentamente assemblando i pezzi del tortuoso puzzle costruito da Moore nei nove numeri precedenti. Per il giornalista da New York, la bugia che quanto vede sia solo un'allucinazione mentale è ormai impossibile da mantenere: lentamente le ultime vestigia di sanità mentale lo stanno abbandonando.
Un numero fondamentale, dunque, questo The Haunted Palace, dove le annotazioni ancora una volta risultano importanti, gettando un filo di Arianna a un lettore altrimenti sperduto nel labirinto di citazioni, riferimenti letterari, meta-letterari, cinematografici, filosofici, scientifici... Senza dimenticare che mai come in The Haunted Palace Alan Moore esplicitamente si auto-cita, obbligando a una ri-lettura di alcuni passaggi chiave, di alcuni frammenti dei volumi precedenti.
Se The Haunted Palace è rivolto all'indietro, nel contempo è proiettato in avanti: gli agganci con il Neonomicon diventano stavolta espliciti, alludendo all'operazione di maniacale raccordo narrativo che incontreremo con Providence 11 e Providence 12.
Al solito, la fonte originale sono le annotazioni del gruppo inglese Facts in The Case of Alan Moore's Providence. L'impaginazione considera la pagina 0 la copertina e procede seguendo una numerazione progressiva. I riferimenti ai numeri precedenti di Providence possono essere sbagliati di qualche pagina, ma non di molto: in ogni caso, a serie completa, ricontrollerò per sicurezza la bibliografia. Come sempre osservazioni e commenti sono i benvenuti.