mercoledì 5 ottobre 2016

Voici. La fantascienza vittoriana di Robida diventa un videogame.


Anno duemila. Ogni promessa dello scientismo vittoriano, del positivismo inneggiante al progresso, dell'arte avanguardista, si è realizzata. I timori, le paure ridicole di una “guerra mondiale”, di un abbrutimento dell'uomo sotto la servitù della macchina si sono rivelate previsioni false, pessimismo di vecchi barbogi. Il duemila è qui, ed è vittoriano.
La città, francese come tutte le belle città, si è elevata in altezza, con guglie, campanili e piattaforme d'atterraggio. Mongolfiere, dirigibili, palloni gonfiabili, aeronavi, blimp, elicotteri monoelica, spirali leonardesche riempiono l'aria. L'essere umano si è fatto uccello, senza per altro dimenticare cilindro e giacca nell'evoluzione. Nessuno perde più tempo con treni e automobili, tutti volano.



E' il mondo del videogioco Voici, del designer olandese (con sede a Rotterdam) Joost Eggermont. Un appassionato di architettura, progettazione urbanistica e città utopiche, Joost è un designer che lavora da solo con il motore grafico Unity. Voici è pertanto un'avventura in solitario, un lungo monologo tra designer e gioco.
Il motivo per cui lo menziono qui sul blog è uno solo: Robida. Joost ha scoperto Robida nel corso di alcune ricerche per un altro gioco, rimanendo come tutti stupito dall'inventiva e dalla raffinatezza della fantascienza francese di fine secolo. A differenza della pesantezza di Verne, con i suoi personaggi di cartapesta, le sue invenzioni grosse e rumorose e il suo pessimismo di fondo, Robida era un autore di satira, un fine conoscitore di quali conseguenze sociali apportino le tecnologie. Mentre Verne si struggeva dietro ad armi di distruzione e macchine da guerra, Robida indagava la rottura e la nevrosi di una società del futuro quale la nostra, con i gossip e le disfunzioni create dai progressi nell'industria telematica. Rimando in quest'ambito all'articolo sul Telefonoscopio scritto dal Duca di Baionette diversi anni fa.
Il bello di Robida è come, scrivendo e disegnando, permetta anche ai non francofoni di godere una vista sulle sue invenzioni. Joost cerca di seguire le illustrazioni e l'atmosfera di Le Vingtieme Siecle (1890), con il suo continuo florilegio (è il caso, essendo spesso art nuoveau) di veicoli volanti di ogni genere, spesso niente di più che un pallone aerostatico o un veicolo di terra con delle eliche appiccicate. Joost sembra aver colto bene il senso dei disegni di Robida:
Invece che dirigibili alimentati a vapore al testoterone e scheletri d'acciaio, Robida disegna queste semplici, leggere, eleganti aeronavi sospese nell'aria... invece che trasportare artiglieria pesante, (esse trasportano in giro) queste dame amabilmente bene vestite. Adoro come illustri questo mondo incentrato sulle donne, vivido e piacevole. Ho pensato che sarebbe stato bello trasformarlo nel mondo di un videogioco.
Ho qualche dubbio che Joost sarebbe così entusiasta del mondo di Robida, se osservasse in altre opere le “donne poliziotto” e una certa satira tutta francese sul capovolgimento dei ruoli e dei sessi. Non che non sia d'accordo, ma temo si sopravvaluti largamente il progressismo di Robida. 

L'articolo da cui ho tratto la citazione dimostra inoltre involontariamente quanto povero sia il retroterra culturale (architettonico?) degli americani: la città che Robida raffigura, una classica città europea, ricorda “Blade Runner”. Certo, ovvio che la Parigi di Voici ricordi Blade Runner, considerando come sia quest'ultimo a ispirarsi a Parigi e alle città dell'Europa. Si veda a questo proposito l'osservazione seguente di William Gibson, come il saggio fondamentale di Scott Bukatman.
But the simplest and most radical thing that Ridley Scott did in Blade Runner was to put urban archaeology in every frame. It hadn’t been obvious to mainstream American science fiction that cities are like compost heaps—just layers and layers of stuff. In cities, the past and the present and the future can all be totally adjacent. In Europe, that’s just life—it’s not science fiction, it’s not fantasy. But in American science fiction, the city in the future was always brand-new, every square inch of it.  

La città di Blade Runner, in origine “Gotham City”, colpiva perchè stratificata: un coacervo confuso di più stili architettonici, più civiltà, più livelli, più... più tutto. Una metropoli invecchiata e rugosa, lontana dalle utopie “pulite” e astoriche che l'avevano preceduta. In tal senso, sputava in faccia all'eccezionalismo americano e alle pretese moderniste di Le Corbusier e simili.
E' troppo presto per dire se la città di Joost sia una città alla Blade Runner o, più semplicemente, la Parigi del duemila concepita da Robida. Per il momento l'unico elemento che sembra avvalorare il paragone è l'altezza degli edifici, il disporsi su più piani protesi tra le nuvole.


Scopo del gioco sarà pilotare un aerotaxi in città, cercando di manovrare l'aerostato lento e impacciato tra gli ingorghi nel cielo, i cavi della tensione, le nuvole di smog e le terribili pattuglie dei Gendarmi Atmosferici. Delle parigine vittoriano-kawaii ci chiederanno un passaggio e il piacere del gioco consisterà nel perdersi nel dedalo di vie e piazze della Parigi “aerea” immaginata un tempo da Robida.
Il gioco è ancora all'inizio, con pochi personaggi abbozzati e una grafica che si preannuncia minimale. Le Parigine planano con delle gonne-paracadute, i Parigini sono uno stilizzata silhouette con baffi e cappello. Joost sta cercando di usare colori pastello e una grafica pulita, trasmettendo quella “leggerezza” e quella poesia “in sospeso” che trasmettono gli schizzi di Robida.

In tutta sincerità la grafica minimale trovo che si adatti male allo steampunk, ma è pur sempre un gioco ispirato a Robida e da un designer che sembra averne compreso le note artistiche.
Vedremo come si evolve. Per citare Joost:
E' sempre molto soddisfacente creare lentamente questo mondo che avevi immaginato, e metterne ogni parte insieme. E' come diventare un turista della tua stessa opera.

2 commenti:

Marco Grande Arbitro ha detto...

Potrebbe uscire un gioiellino, me lo seguo!

PS: hai visto la nuova espansione di Magic? Kaladesh intento? Se si, che ne pensi della loro rivisitazione Steam Punk?

Coscienza ha detto...


Vedremo, sicuramente è qualcosa di diverso dal solito...

Avevo visto il trailer per l'espansione Kaladesh e sembrava molto carina!
Devo dare un'occhiata alle carte per farmi un'idea di come siano le illustrazioni, l'idea degli inventori non sembra male...