venerdì 12 agosto 2016

Gencon 2016, tra Kickstarter, giochi di miniature e annunci di boardgaming


Il mese di agosto è sempre un buon mese per il fare punto sul wargaming.
Il traffico web è comunque scarso e non corro il rischio di rubare spazio ad articoli più importati.
Inoltre c'è stata di recente la Gencon, con l'annuncio di diversi progetti finora rimasti semplici “rumors”. Siamo anche nel periodo perfetto per tirare il fiato prima della tempesta di novità, campagne crowdfunding, progetti Kickstarter che arrivano tra settembre e ottobre.
Con questo rapido elenco di boardgame e giochi di miniature ho scelto i progetti che trovavo non più famosi, ma più curiosi e interessanti. Non saranno quelli di cui tutti parlano, ma sicuramente incontrano i gusti dei lettori di questo blog: abbiamo steampunk, weird, sacchi di miniature di bassa qualità, giochi davvero di nicchia e giochi davvero di massa.
A quale progetto guardate per quest'anno scolastico (settembre 2016, giugno 2017)?
Quale ritenete che sarà una moda passeggera e quale invece un gioco decente?
(e quale una truffa?)

Iniziamo dal piccolo con Purgatory.
Si tratta di un gioco di schermaglie, con dadi (D6) e carte, con bande che si scontrano per pochi pezzi (10 miniature per parte, in media). Le miniature sono sui 28-30mm eroici, in resina e il Kickstarter è previsto per il mese di ottobre. 
Hanno una pagina facebook (con shop annesso) e una newsletter molto curata.


Tra le decine ormai di Kickstarter, Purgatory è l'unico con un'ambientazione finalmente originale. L'Apocalisse è infatti arrivata, la Terra è al centro di una lotta tra fazioni di angeli e demoni in guerra eterna. Il tempo si è fermato e le anime degli uomini vagano tra tempo e spazio, concretizzandosi in ogni genere di mito e reincarnazione storica. Il background, straordinariamente complesso per un gioco, è anche più complicato di così, partendo dai faraoni e svolgendosi fino al presente congelato dall'intervento divino. La mescolanza di magia, tecnologia e mitologia crea un mondo davvero bizzarro, pop, multicolore, dove non ci sono “umani” nel senso da noi intenso, ma archetipi e personificazioni di Vizi&Virtù. Nel mondo di Purgatory, gli uomini sono come gli orchetti e i goblin dei mondi fantasy, irrilevanti per le fazioni che giochiamo, niente più che carne da cannone.

Ho sempre evitato di citare la Cool Mini or Not, perchè ho un rapporto amore/odio con questa casa di produzione: hanno chiaramente le finanze per produrre per proprio conto i loro giochi, ma scelgono d'investire su Kickstarter in modo massiccio, quel che è peggio sia in quantità che qualità estremamente elevati. E non mi interessano le stupide polemiche dei giocatori da tavolo che non vogliono le miniature, perchè “inquinano” la purezza dei loro giochi, come non mi interessano le polemiche su Eric Lang, che sembra un tipo simpatico.
Tuttavia, ogni volta che esce un Kickstarter della Cool Mini or Not, gli altri kickstarter di boardgame nel settore perdono terreno, se non proprio falliscono. Le piccole aziende e gli appassionati non possono, se non indebitandosi a morte, offrire “freebies” e prezzi competitivi come la Cool Mini, che per il 2016 ha allocato la bellezza di 5 milioni di dollari solo per fare Kickstarter. 
E' una competizione schiacciante.

Tuttavia, non si può neanche far finta che la Cool Mini non esista o mantenere un atteggiamento snob: effettivamente ci sono un sacco di giocatori che riciclano le miniature della Cool Mini per i giochi di miniature veri e propri; vedasi Zombicide e Blood Rage, per non citare il sottogenere dei chibi games (Arcadia Quest). E' più facile che una persona si appassioni alla pittura attraverso le miniature di qualità bassa (per un wargame) ma alta (per un boardgame) della Cool Mini, che attraverso la scelta consapevole di acquistare una scatola, chessò di sigmariti, per iniziare Age of Sigmar. La qualità di miniature dei boardgame è anche un modo per avvicinare nuovi giocatori al wargaming vero e proprio, è una possibile via.
Bisognerebbe anche considerare che non sempre e non necessariamente una miniatura di qualità “alta” è preferibile; spesso, sapendo di non poter dare giustizia a quel modello, si preferisce ripiegare su qualcosa che non si corre il rischio di rovinare.
In tal senso, il compromesso di Blood Rage è un ottimo esempio di artwork che non vengono traditi dalla scultura, il cui master in resina non perde (troppo) dettaglio alla plastica da gioco da tavolo.


Il gioco da cui mi aspetto di più nei prossimi mesi è Smog: Rise of Moloch.
Avevo già scritto a proposito di Smog 1888 diversi anni fa, agli albori del blog.
Si trattava di una linea di miniature francesi, a tema steampunk: linee aggraziate, curve, aguzze, longilinee. Quel genere di equilibrio perfetto che avevano raggiunto gli scultori della Rackham, non a caso passati in massa con la Cool Mini per il gioco Wrath of Kings.
Smog 1888 mescolava suggestioni macabre, esoteriche, occulte; uno steampunk lontanissimo dai copia-incolla d'ingranaggi e bulloni diffuso nel mainstream americano.
Purtroppo, si trattava di 54mm di altezza: miniature che pure avevo comprato a Lucca Comics 2012 (avevo più soldi, a quei tempi), ma che non ho mai dipinto, perchè intimorito e un po' scoraggiato dalla resina delicatissima e dal non poterli poi usare per nulla tranne che per la vetrinetta.
Smog Rise of Moloch sarà un gioco da tavolo dungeon crawler, con una serie di missioni interconnesse da una storia, cooperativo di 3, 4 giocatori con un giocatore antagonista a manovrare i nemici. E' comparso nell'anteprima alla fine di Massive Darkness, per tanto dovrebbe essere il prossimo ufficiale Kickstarter, tra cinque, sei mesi (ottobre? novembre?).
A Gencon non hanno fornito altre informazioni, ma fermando alcune immagini di alcuni video sono riuscito a ottenere qualche immagine da vicino delle miniature in vetrina.
Un minotauro, un lupo mannaro col cappello a cilindro, una gentildonna con un'arma aliena, alcuni steam-zombie, danno bene l'idea di uno steampunk diverso da solito.

(cliccare per ingrandire) 


Magari googlate un po' per vedere le miniature in scala 54mm, c'erano alcuni concept davvero interessanti (in particolare gli elfi da Faerie, il Golem “marciapiede”, la Triade cinese).

Largamente pubblicizzati due nuovi giochi da tavolo con miniature, Rising Sun (il successore di Blood Rage, solo nel Giappone Edo) e The Godfather, un “thug placement game” ambientato nel film del Padrino, dove i diversi giocatori rivaleggiano come famiglie della mafia per conquistare il favore del “Don” e accumulare un sacco di money, blood money. Artisticamente, Adrian Smith nel primo e Karl Kopinski nel secondo li rendono giochi stupendi.

Sempre a Gencon, la Fantasy Flight Games ha annunciato un nuovo gioco di miniature.
E fin qui, nulla di straordinario, se non fosse che si tratta di un gioco a) fantasy b) con ranghi e basette di movimento c) con dadi e misuratori d) insomma, un gioco fantasy di massa.
Se anche voi state pensando a un certo Warhammer Fantasy, comprenderete come con questo RuneWars: The Miniatures game la Fantasy Flight chiude ogni collaborazione con la Games Workshop.


Ora, io non mi aspetto assolutamente nulla da RuneWars. Si tratta di un fantasy generico, di non- morti e umani, vagamente alla Wold of Warcraft, cartoonesco.
Dalla demo finora disponibile, le regole sembrano okay, con alcune buone intuizioni, in particolare i bonus/malus derivanti dall'avere tanti ranghi di fanteria o un unico esteso fronte, o dall'altro l'uso di carte e delle due rotelle per coordinare movimento e combattimento.
Francamente, niente che mi spinga ad abbandonare Warhammer Fantasy (8/9 edizione) o Kings of War. Quanto ai costi, spendere meno della Mantic è impossibile: la Fantasy Flight proporrà i suoi soliti prezzi del tutto in linea con la Games Workshop.
No, l'aspetto che davvero colpisce è che ci siano ancora aziende disposte a spendere per giochi di miniature di massa. In un ambiente dove persino Age of Sigmar è un gioco di schermaglie, che vi siano designer disposti a tornare alla basetta quadrata è incoraggiante.
C'è chi sussurra che questo sia un campo di prova per vedere se l'espansione della Fantasy Flight nei giochi di miniature consentirebbe un gioco a tema Star Wars, un'evoluzione di massa dall'Imperial Assault che aveva già fornito i soldatini necessari. Può darsi, una scatola in hard plastic di stormtrooper senza dubbio venderebbe tantissimo. Dipende se vogliono accentuare la sinergia coi film in uscita a dicembre, come faceva la Games Workshop ai tempi d'oro del Signore degli Anelli.

E in tema con la trilogia tolkeniana e con Peter Jackson, hanno presentato alla Gencon un gioco ancora in fase di sviluppo, Heavy Hitters, della GKRGame.
Si tratta di una collaborazione con la Weta Workshop, l'azienda responsabile dei pupazzi, diorami ed effetti speciali sia del Signore degli Anelli e de lo Hobbit che in effetti di gran parte dei film fantasy dal 2000 ad oggi. L'azienda neozelandese di solito produceva sì action figures e riproduzioni delle armi dei film, ma questa è la prima volta che collabora alla creazione di un vero e proprio gioco.
Non so, magari succede spesso, ma è la prima volta ce mi capita di vedere un'azienda di effettistica (e di alto livello...) che agisce sulla scena del gaming. E' una connessione logica, perchè se fai diorami e modellini per i film, farli per un'azienda di giocattoli/boardgame non dev'essere così diverso. La mia segreta speranza è che si arrivi con questo Heavy Hitters a un passo ulteriore, in dettaglio e qualità, nelle miniature da usare.
Al momento, Heavy Hitters è un gioco dove si affrontano giganteschi mech delle dimensioni di grattacieli, emblemi di diverse corporation che si battono in uno sport planetario. Dopo un conflitto nucleare che ha devastato la Terra, le forze sopravvissute dirimono i conflitti con questi scontri tra mech, rappresentati delle diverse forze economiche sopravvissute.
Insomma, è Robot Jox in una scatola.

Seconda volta alla Gencon, Kingdom Death ha attirato come sempre frotte di gente: in effetti Adam Poots è finito nei guai, perchè la coda di gente per il suo stand metteva a rischio la sicurezza della fiera (!). Kingdom Death, con la sua raccolta fondi di due milioni di dollari nel 2012, è stato tra i primi kickstarter di miniature a fare successo, raggiungendo introiti elevati e generando quell'effetto valanga che è stato da quel momenti in poi l'obiettivo e lo spauracchio di ogni gioco presentato sulla piattaforma. Da uno shop di miniature di lusso, pin up più o meno ammiccanti a grassi quarantenni che guardano anime, Kingdom Death si è evoluto in qualcosa di diverso, un mostruoso (in tutti i sensi) gioco da tavolo con modellini di una qualità tra le più alte nel settore.
Kingdom Death è arte, arte allo stato puro. Il rifiuto di Adam Poots di scendere ad alcun compromesso è ammirevole, anche se costoso per tutti. Kingdom Death è Giger elevato alla decima, trasposto dalla fantascienza di Alien al Fantasy più dark.
La grande notizia è che dopo 5 anni, Kingdom Death tornerà su Kickstarter per ristampare il gioco, oramai esaurito: speriamo nel caso che non ci vogliano altri 5 anni per vederlo consegnato.

Sempre alla Gencon, i fanatici di Wells e dello steampunk (i due aspetti spesso coincidono), saranno felici di sapere che All Quiet on the Martian Front tornerà presto in produzione.

All Quiet on the Martian Front possiede anche un bel regolamento, legalmente gratis, con tante informazioni di background. Dateci un'occhiata, se vi va il genere. 
Si tratta di un gioco di miniature di massa, 15mm, ambientato in una prima guerra mondiale che vede fronteggiare i marziani della Guerra dei Mondi, con camminatori, tripodi e tentacoli e dall'altro gli anglo-americani di Roosevelt, con tecnologia Tesla e tank a vapore.
Ci sono tante critiche che si possono fare all'ambientazione, a partire dalla scelta francamente incomprensibile di spostare la guerra negli Stati Uniti, al design non sense dei tank, alle regole “difettose”. Però All Quiet on the Martian Front è anche un gioco di hard plastic con splendidi camminatori marziani, davvero una goccia d'acqua rispetto al romanzo di Wells. Per altro, viste le dimensioni, sono miniature che funzionano benissimo anche col 28 mm storico e il 30 mm eroico...
I precedenti possessori del gioco avevano mal gestito i fondi della campagna Kickstarter, incorso in vari scandali, insomma combinato un pasticcio. Grazie all'appoggio dei giocatori, All Quiet è stato recuperato dalla Ironclad Games e tornerà in pompa magna, con tanto di romanzo.
Tempo di recuperare questo documentario sulla Grande Guerra!

Spostandoci di nuovo ai piccoli progetti – piccoli per modo di dire – a settembre dovrebbe uscire il Kickstarter per Deep Madness, un boardgame horror con miniature.
Si tratta di un cooperativo, tutti contro l'intelligenza artificiale, con meccaniche di dadi e carte, basato su una serie di scenari legati da una comune storia.
Al momento hanno una pagina facebook molto ben aggiornata e un profilo su BGG
La storia ruota attorno a una base sottomarina di ricerca, infestata da mostri che vengono “generati” dalle paure dei diversi protagonisti/giocatori. Consiglio di scartabellare i diversi mostri, perchè sono raccapriccianti nel senso buono, un incrocio tra Cthulhu, Bioshock e Silent Hill.


L'idea di un'ambientazione acquatica, stretta e claustrofobica, dove gli umani fronteggiano le loro peggiori paure c'era in Sfera, di Michael Crichton, ma qui l'horror è decisamente moltiplicato cento volte. I designer dovrebbero essere tutti professionisti del settore e l'offerta sembra già ricca in partenza (60 miniature, tanto per iniziare). Come sempre, non ci si può aspettare da un team che non è la Cool Mini or Not un successo altrettanto grande. I prototipi in resina sono davvero tra i più curati che avessi mai visto, lovecraftian madness, ma il vero quesito è se riusciranno a tradursi in miniature da gioco. Non sarebbe la prima volta che un gioco promettente si ritrova con cumuli di plastica informe al posto dei render iperdettagliati ch'erano stati promessi.
Bisognerebbe fare attenzione a quando si presentano i prototipi in resina o i render 3D, si rischia un entusiasmo eccessivo. Deep Madness ha già dichiarato che non può permettersi il dettaglio di Zombicide o simili: sfortuna vuole che quello non sia un livello “alto”, ma sia il minimo sindacale richiesto da un modelling del genere.


Tornando ai meccanismi del gioco, Deep Madness promette un livello di difficoltà alto, sessioni subacquee, con effetti legati all'acqua e al rischio di affogare, parametri che misurano la “follia” dei personaggi (Insanity Tokens) e un numero fisso di turni, con un livello di difficoltà che continua ad alzarsi man mano che i giocatori non si sbrigano a completare gli obiettivi richiesti.
E' una mia impressione che Deep Madness si collochi nello stesso filone di The Others della Cool Mini, anzi ne sia il primo epigono. Al di fuori delle regole, c'è un identico (body) horror, viscerale, sottopelle, tentacolare. Persino i loghi si assomigliano:

Tentacoli bagnati...

... e tentacoli all'asciutto^^
Passando a progetti davvero di nicchia, Dungeon Degenerates è il vero gioco anni '80.
Si tratta di un dungeon crawler, disegnato e scritto da un duo, Sean Aaberg & Eric Radley (Head Games & Goblinko), veri appassionati del metal anni '80/'90. Eric Radley scrive, illustra e stampa per suo conto una demoniaca fanzine, rigorosamente solo su carta gialla da macero, che raccoglie interviste e articoli sulla cultura metal underground. Lo stile e le illustrazioni sono rozze, sporche, animate da una violenza animale del tutto persa dalla gran parte dei disegnatori e scrittori oggigiorno. E' il culto del brutto, ma quanta forza ha questo brutto! Farei volentieri lo scambio con molti degli illustratori digitali odierni.
A dispetto della ricostruzione leccata, manierista&maniacale, degli anni '80 di Stranger Things, PORK! (questo il nome della rivista) incarna con molta più efficacia la vitalità e la terribile energia oscura del periodo. Sono fanzine come questa, per me, i veri anni '80. Sgradevoli e volgari, ma proprio per questo fedeli a quegli anni.
Dungeon Degenerates è il figlio bastardo e mutante della rivista. Si tratta di un boardgame, ancora in fase di progettazione, con carte, dadi e (forse) miniature. Al momento ha solo una pagina Facebook, di cui vi consiglio di guardare gli artwork: non sono identici ai bozzetti di Gary Chalk, del John Blanche dei libri game, della rozzezza “terribile” di Rogue Trader e del primo Warhammer Fantasy? Alcune delle immagini hanno una forza tremenda.


A sorpresa, da qualche giorno sono anche comparse delle miniature, scolpite da quel JL Fairclough, il cui gioco Wasteman era già tutto un programma. Si tratta di un volgare goblin con bottiglia di alcool in mano, mazza ferrata, pantaloni calati, in groppa a una gallina gigante (!); cui segue un minotauro dal volto rincoglionito, una frusta-serpente tra le mani; e infine un serpente dalla faccia di donna persa in un delirio degno di Franz von Stuck. Di tutti i giochi che qui nomino, Dungeon Degenerates è l'unico che che sosterrò per davvero, perchè l'unico davvero sincero. Sean Aaberg & Eric Radley vogliono fare questo gioco, lo si vede, ne sono entusiasti: dopo magari sarà orribile come gli anni '80 cui tutti vi ispirate, ma almeno l'avrà fatto...

Un concetto come “troppo steampunk” non esiste nel mio vocabolario, come non esiste “troppo Lovecraft”. Cosa dire allora quando si tratta di avere troppo steampunk e troppo Lovecraft?
La Wyrd è un'azienda principalmente famosa per Malifaux, il gioco di schermaglie ambientato in una dimensione alternativa alla Terra nell'Ottocento. E' un gioco pantagruelico, quasi steamfantasy, con suggestioni steampunk, old west, gothic, fantasy vero e proprio, weird alla Vandermeer... complice il sistema di gioco senza dadi, è un gioco davvero strano, ma non di meno affascinante.
A questo Gencon, la Wyrd ha finalmente svelato il suo nuovo progetto: un gioco di miniature di massa (centinaia per parte) ambientato nell'altro universo di Malifaux, la Terra. Essenzialmente Malifaux è il mondo da cui proviene la magia (o la follia...) che spiega i mostri e le creature fantastiche; dall'altro lato, attraverso la Breccia, c'è la cara, vecchia Terra che nel frattempo è stata “invasa” da Malifaux. Il gioco di schermaglie – Malifaux, appunto – è ambientato nel mondo “magico”. Dall'altro lato – The Other Side, appunto – troviamo il nostro pianeta, alle prese con gli stravolgimenti del soprannaturale.


Non so molto sul background di Malifaux, come del nuovo gioco. Stando a un leaflet che distribuivano alla fiera, le prime due armate saranno The King's Army e The Gibberish Horde. Il primo è l'impero britannico, il secondo un'orda di uomini-pesce dalle profondità abissali (viva l'originalità...). La prima trasformazione di Malifaux sulla Terra vede gli oceani riversarsi su Londra dal cielo stesso, per opera della Gibberish Horde che muove guerra all'impero.
E' questa la cosiddetta “battaglia di Londra”, il primo grande conflitto per la sopravvivenza dell'umanità (well, degli inglesi...)
Alla data in cui il gioco è ambientato – 1906 – tutto il mondo lotta e si trasforma in una grande guerra mondiale che devasta interi continenti.
La Wyrd non annovera certo tra i suoi difetti la timidezza; per il gioco prospetta infatti una lunga serie di espansioni che coprano l'intero globo terracqueo. Ad esempio, in chiusura al leaflet, c'è il seguente accenno:
… such as the corruptive influence of the Cult of the Burning Man and the advanced steampunk armor and weaponry of the African nation of Abyssinia...
E' la prima volta che sento menzionare una nazione africana come possibile forza “autonoma” in un'ambientazione steampunk. Certo, sono solo accenni buttati lì, ma fanno ben sperare.
Il gioco userà basette rotonde, incapsulate dentro basette di movimento, con abbondanza di mostri e robottoni. Inoltre i modelli saranno pre assemblati e (spero) di prezzo inferiore rispetto a Malifaux.


Considerando che si tratta di una grossa scommessa per la Wyrd, il gioco uscirà prima per Kickstarter, per tastare il terreno e vedere se il gioco uscita abbastanza interesse.
Ne riparleremo sicuramente sul blog, nel 2017.

E per chiudere questa infinita carrellata, Everything Epic si è rivelata all'altezza del suo nome, svelando il suo nuovo progetto per l'anno venturo: Big Trouble in Little China.
Uno dei film migliori di Carpenter (sicuramente il più divertente...) diventerà un gioco da tavolo con miniature. Il comunicato stampa è chiarissimo al riguardo:
  • Big Trouble in Little China è un gioco cooperativo, pieno di momenti da film, con miniature.
  • Gioca come Jack Burton o uno dei suoi coraggiosi amici con la missione misteriosa di salvare la bellezza dagli occhi di giada, sconfiggere la magia antica di Lo Pan e salvare Chinatown dai suoi malvagi scagnozzi.
  • Fino a sei giocatori si avventureranno nei luoghi iconici di Cinatown salvando gli indifesi e sabotando piani malvagi, scoprendo nel frattempo armi e rare magie per aiutarli nel loro compito.
Come se non bastasse, il rappresentate di Everything Epic ha chiaramente ribadito che il gioco avrà tante miniature, sia per i mostri, che per i personaggi secondari, che per gli scagnozzi. Saranno di qualità boardgame, ma verrà loro posta la massima attenzione. Il gioco non solo permetterà di rivivere il film, ma includerà anche le produzioni collaterali (hanno ad esempio acquistato i diritti sui fumetti, che non sapevo nemmeno esistessero).

Cosa? Un gioco da tavolo?
Quindi sì, avremo finalmente il nostro piccolo Kurt Russell di plastica grigia 30mm.
E la cosa migliore di tutte?
Niente Kickstarter, niente attese, direttamente retail nel primo quarto del 2017.

2 commenti:

Marco Grande Arbitro ha detto...

Ci sta molta bella robba. Spero che partano la maggior parte.

Coscienza ha detto...

Sono tutti progetti di aziende comprovate, quindi non dovrebbero esserci problemi. Fatta eccezione forse per Deep Madness, lì c'è da sperare che non si montino la testa se il Kickstarter va bene...