venerdì 22 luglio 2016

Providence 05: In the Walls, di Alan Moore. Annotazioni, analisi e traduzioni.


Chi l'avrebbe mai detto? Sono talmente abituato ai ritardi e ai rimandi, quando si tratta dell'editoria italiana, che siano fumetti o romanzi, che non mi aspettavo sinceramente che davvero la Panini Comics facesse uscire Providence 2 in luglio. Eppure, eccolo qui.
A Trieste (fumetteria Neopolis) c'era un'intera pila a lato della cassa, il che mi lascia ben sperare che Providence stia vendendo bene anche in Italia. In effetti, ero talmente convinto che ne avrei trovate due copie nascoste dietro Topolino, che avevo iniziato a guardare dappertutto... tranne che nel posto più ovvio, come mi ha indicato il barbuto negoziante.
L'episodio 2, come lo chiama la Panini Horror, include le storie di Providence dalla 05 alla 08.
Rispettivamente:

Providence 05 – In the Walls
Providence 06 – Out of Time
Providence 07 – The Picture
Providence 08 – The Key

Providence 05 usa come principale riferimento il racconto La casa delle streghe, opera che ha avuto la (dubbia) fortuna di un adattamento televisivo di Stuart Gordon. Non è l'opera di Lovecraft che preferisco, perchè trovo che il concetto di strega che usa sia ancora troppo legato all'horror classico.
Moore, come sempre, dimostra quali magie si possano compiere con il fumetto, imbastendo una struttura narrativa perfettamente circolare, a incastro, dove i diversi “pezzi” del racconto combaciano perfettamente. Avete presente quegli enigmi di legno, quei rompicapo che stanno assieme senza colla o forzature, solo per una strana combinazione geometrica?
In the Walls sembra essere il loro corrispettivo a fumetto. Il viaggio in auto – il pernottamento nella casa – il doppio risveglio – ogni parte combacia l'una con l'altra alla fine della lettura, ma non nella combinazione che ci potremmo aspettare.
Quest'attenzione alla storia è tuttavia solo un aspetto del fumetto, perchè gli va aggiunto lo straordinario lavoro di dislocazione della Casa delle streghe, con gli oggetti del mobilio che mutano impercettibilmente per segnalare la natura “magica” del luogo e con gli stessi contorni delle vignette che servono a “classificare” quale sia l'atmosfera – onirica, sovrannaturale, “normale” - assolvendo a una sorta di categoria (nel senso della semiotica).

Per le annotazioni di Providence 05 valgono le fonti dei numeri precedenti (si veda la colonnina a destra): la traduzione proviene dai Facts in the Case of Alan Moore's Providence e le citazioni dall'edizione economica Newton&Compton. Nell'eventualità che riscontriate degli errori e/o delle contraddizioni, commentate qui, che è probabile sia un errore di traduzione dovuto alla stanchezza.

Questo primo articolo di annotazioni su Providence 2 apre anche una collaborazione tra blogger: fino a pagina 13 infatti il lavoro di traduzione è stato svolto con impressionante velocità da Matteo Poropat, della Tana dello Sciamano. Mi aveva domandato se volevo una mano nella traduzione e diamine, se accetto volentieri una mano, anche due, anche un tentacolo se serve! ^_^
Oltre fornire una quanto mai necessaria dose di professionalità a questo sistema di annotazioni, Poropat ha inserito qualche sua osservazione personale su alcune delle scelte e degli inner-joke di Moore. Concorderete che è stato svolto un ottimo lavoro.


In the Walls



In breve: Robert Black, il nostro protagonista, giunge a Manchester nel New Hampshire, dove visita St. Anselm College, la casa di Hekeziah Massey, il sito di caduta di un meteorite e finisce a casa del dottor Hector North’s.
Il racconto non è lineare, ma si intreccia con versioni di tempi diversi, alternando fasi oniriche e della veglia.

Copertina

La casa rappresentata è tratta dal racconto di Lovecraft “La casa delle streghe.
Ulteriori dettagli a pagina 8, vignetta 1.

Pagina 1

Vignetta 1

L'ambientazione è la strada che porta da Bedford (Massachusetts) a Manchester (New Hampshire). L'anno è il 1919 ma la data è resa ambigua dal loop temporale nel quale si trova Black, e che pone quel momento tra il 18/19 di agosto (Providence 04, pag. 40) e il 10 di settembre (Providence 06, pag. 17, vignetta 1).

Il segnale recita “Benvenuti a Manchester.” Manchester è l'analogo in Providence della Arkham lovecraftiana.

L'uomo che corre a sinistra, poco visibile, è Robert Black, nonostante egli sia allo stesso tempo nella macchina e si intraveda il suo ginocchio in basso a destra. Black si trova in una sorta di loop temporale. La scena in cui torna indietro di corsa la si troverà alla fine del capitolo successivo, Providence 06, a pag. 25, vignette 3 e 4.

La mano rappresenta la prima comparsa di Mr. Jenkins, l'analogo per Moore di Brown Jenkin, famiglio della strega Keziah Mason nel racconto “La casa delle streghe” (vedere anche pag. 17, vignetta 3).

Come rivelato a pag. 2, le voci sono di Padre Walter Race e Robert Black. Moore utilizza molte volte, in questo numero, il trucco della voce fuori campo, con Black che descrive quel che è accaduto alla prossima persona che incontra, col testo virgolettato, racchiuso in un box, a evidenziare la situazione.

“E quindi questa è la sua unica volta a Manchester, signor... Black”, stranissimo modo di apostrofare qualcuno, ci si aspetterebbe una domanda del tipo “Questa è la sua prima volta”.
Un commentatore suggerisce che il testo possa indicare un indicazione che il tempo non si muove nel modo conosciuto, o che Padre Race sappia in qualche modo che Black non sopravviverà al viaggio.

Le vignette da 1 a 4 sono una sequenza con camera fissa.

Vignetta 2

“Signor Jenkins” è l'equivalente in Providence di Brown Jenkin, da “La casa delle streghe” (cfr Providence 05 pag. 17, vignetta 3).

Si può ancora intravedere Black che corre, al limite sinistro della vignetta (cfr. Providence #6, pag. 25, vignetta 2).

Vignette 2-3

Una volta entrato a Manchester/Arkham, gli alberi lungo la strada cambiano di colore, dalle tonalità autunnali (giallo, marrone) passano a un bel verde, nonostante l'affermazione di Race che riporta la mancanza di pioggia da lungo tempo. Questo cambio repentino di stagione è un indicatore della natura paranormale del viaggio, e che il tempo è tornato alla normalità, al 18 agosto 1919.

Vignetta 4


Una foto del collegio di Sant'Anselmo nel 1920 (fonte: Wikipedia)

Burrows sembra aver usato questa foto risalente al 1920 come riferimento per l'illustrazione. Gli edifici sulla sinistra sono Eaton House e la Alumni Hall, che compare sulla copertina di Providence 06. Il collegio di Sant'Anselmo è l'equivalente per Moore della Miskatonic University.

I chiostri (tradotti come portici, cloisters in originale) fanno riferimento al fatto che Sant'Anselmo era un monastero di clausura prima di diventare un college.

Padre Bradley è il Reverendo Denis M. Bradley, vescovo di Manchester, coinvolto tra i fondatori di Sant'Anselmo, compare a pagina 13.

Il meteorite al quale viene fatto riferimento è la roccia piovuta dallo spazio nel racconto “Il colore venuto dallo spazio.

Pagina 2

Vignetta 1

Prima apparizione di padre Walter Race, l'equivalente del professor Warren Rice del racconto “L'orrore di Dunwich”, entrambi docenti in materie linguistiche.

“Sembra quasi che il mistero sia penetrato in questi muri”
Può descrivere una delle caratteristiche della Miskatonic University lovecraftiana, spesso al centro di eventi sovrannaturali. Se esaminata nella sua versione originale, dove Rice afferma che il mistero ha contaminato i mattoni, si può trovare un legame con quanto succede ne “Il colore venuto dallo spazio” dove l'entità aliena contamina viventi e non.

Il titolo di questo capitolo, “In the Walls” riprende alla lettera alcuni racconti di Lovecraft, “I topi nel muro” e “Tra le mura di Eryx” e può riferirsi anche ad alcuni brani di “La casa delle streghe” dove frequentemente il narratore riporta di suoni provenienti dai muri e dove, quando la casa viene demolita, negli spazi tra i muri si ritrovano ossa e numerosi oggetti.

Pagina 3

Vignetta 1

Black ha già udito parlare in precedenza del meteorite, in Providence 03, pagina 10, vignetta 3 e in Providence 04, pagina 9, vignette 2 e 3.

“Un testo arabo di alchimia” e “Libro di Hali” si riferiscono all'equivalente di Moore per il Necronomicon di Lovecraft, che va sotto i nomi di Kitab Al-Hikman Al-Najmiyya e libro della Saggezza delle Stelle. Si trovano riferimenti al libro già in Providence 01, pagina 15, vignetta 3 e più in dettaglio tra le pagine dell'opuscolo di Suydam, in Providence 02, pagine da 32 a 40.

Vignetta 2

Filantropico può essere l'ennesimo gioco di parole, in quanto letteralmente significa “l'amore dell'uomo”.

Vignetta 3

“Il dottor Wantage” è l'equivalente del Dottor Henry Armitage, bibliotecario della the Miskatonic University nel racconto “L'orrore di Dunwich.”

“Un alfabeto e un vocabolario inventati... termini come 'yr nhhngr'” sembra confermare che il linguaggio del Kitab, visibile nell'opuscolo di Suydam in Providence 02, pagina 31, è l'Aklo, presente anche tra le pagine del Neonomicon.

“Yr nhhngr” è una delle parole Aklo che Carcosa insegna a Sax nel fumetto “Il Cortile”, pubblicato assieme al “Neonomicon”. L'Aklo è stato inventato da Arthur Machen, nel racconto “The White People”, e utilizzato successivamente da Lovecraft, che lo inserì nel racconto “L'orrore di Dunwich”, dove ad esempio Wilbur Whateley scrive:
Quelli dell'aria mi hanno detto al Sabba che ci vorranno anni prima che possa ripulire la terra, e immagino che per allora il nonno sarà morto, così dovrò imparare tutti gli angoli dei piani e le formule tra l'Yr e il Nhhngr
La crittografia e i linguaggi inventato erano relativamente comuni per i testi arabi e alchemici medioevali, e Lovecraft in “L'orrore di Dunwich” definisce l'Aklo come un antico linguaggio in codice.

“tempo verbale contenuto in un altro tempo” descrive il loop temporale che coinvolge Black in questo capitolo e nel successivo.

Prima apparizione del Dottor Hector North, equivalente di quel Herbert West dedito alla resurrezione dei morti nella serie di racconti brevi che compongono il più commerciale dei lavori di Lovecraft (come lui stesso lo definiva) “Herbert West, rianimatore.
Sia Black che North vestono una cravatta verde, un simbolo nascosto per indicare l'omosessualità.

Vignetta 4

Goffs Falls è una cascata del Merrimack River, nella Manchester meridionale.

Il simbolo poco visibile accanto a Rice è l'emblema della diocesi di Manchester e include una corona, un giglio (emblema della regalità a partire dal medioevo) e delle frecce.

Pagina 4

Vignetta 2

“Vitalità”, “esemplari senza vita”, il dottor North non si risparmia nei riferimenti all'energia vitale, il suo principale interesse.

Vignetta 3

“I quattro metodi mi avevano ammaliato” fa riferimento ai modi per prolungare la vita, al centro delle ricerche dei personaggi incrociati da Black, raccolti nel Kitab: dieta, temperatura, trasferimento dell'anima e rivitalizzazione dei cadaveri. L'emerito dottor North si diletta nello studio di questa quarta modalità.

La cortesia quasi eccessiva di North verso Black potrebbe dipendere dal desiderio del dottore di ucciderlo per farne una cavia per i suoi esperimenti. Citando il racconto “Herbert West, rianimatore”:
All'università e durante i primi tempi del nostro lavoro a Bolton, una città manufatturiera, avevo provato fascino e ammirazione per il mio collega, ma più i suoi metodi si facevano pericolosi, più una paura divorante si impossessava di me. Non mi piaceva il modo in cui guardava la gente ancora sana e vegeta, e una notte, nel laboratorio che avevamo attrezzato in cantina, avevo scoperto con orrore che il nostro ultimo soggetto era ancora vivo quando West se ne era impadronito.
Vignetta 4

Dottor Hallesley è l'equivalente del dottor Allan Halsey dal racconto “Herbert West, rianimatore”.

Primo riferimento al compagno del dottor North, James Montague, un probabile riferimento allo scrittore britannico Montague Rhode James, noto per i racconti incentrati sul sovrannaturale e sui fantasmi (tra i quali incidentalmente compare un “Rats”, le odiose creature che grattano negli interstizi tra i muri, titolo di questo capitolo di Providence). Nel fumetto di Moore J. Montague è l'analogo del narratore (senza nome) de “Herbert West, rianimatore”.

North identifica James Montague come il suo “...amico”.
L'esitazione iniziale è un riferimento implicito alla relazione tra i due. Molti tra i racconti di Lovecraft includono coppie di uomini, legati da sentimenti di amicizia anche molto forte (forse ispirati alla coppia Holmes/Watson creata da Sir Arthur Conan Doyle) senza che ci siano mai sottintesi sessuali. Questi sono invece stati sviluppati da altri scrittori, nelle personali espansioni dell'universo lovecraftiano.

“Eravamo nelle Fiandre durante la guerra”, riferimento agli eventi narrati in “Herbert West, rianimatore”:
Quando dico che il dottor West era ansioso di prestare la sua opera su un campo di battaglia, non voglio dare a intendere che fosse un uomo particolarmente bellicoso o che gli stessero a cuore le sorti della civiltà: era e rimaneva una fredda macchina intellettuale. Magro, biondo, con occhi azzurri ed occhiali, probabilmente disprezzava i miei entusiasmi marziali e gli attacchi che ogni tanto muovevo ai neutralisti a oltranza. Ma nelle Fiandre insanguinate c'era qualcosa che voleva, e per ottenerlo doveva indossare una divisa. L'oggetto delle sue ricerche non era dei più popolari, ma aveva a che fare con una particolare branca della medicina cui si era dedicato clandestinamente e in cui aveva ottenuto risultati stupefacenti e a volte orribili. Il suo obbiettivo era un'abbondante provvista di uomini ammazzati di fresco, in qualunque stadio di smembramento: né più, né meno. Herbert West aveva bisogno di cadaveri perché il suo lavoro verteva sulla rianimazione dei morti.
Pagina 5

Vignetta 1

“...ero sicuro che lei si sapesse districare nel Greenwich Village”, parrebbe una frase buttata lì, invece i riferimenti segreti alla vita sessuale newyorkese sono molteplici e più tentacolari delle creature dei Miti. Il Greenwich Village è un quartiere di Manhattan noto per la densità di omosessuali. Black riconosce questo riferimento e risponde ridacchiando “Si vede tanto?”. Black chiede quindi a North se questa sua inclinazione gli ha causato problemi nell'insegnare a Sant'Anselmo.

North risponde “...quello è davvero il meno”, senza negare che problemi ci siano stati, ma sottolineando che l'omosessualità è stata la minore tra le cause. Un possibile riferimento ad altri incidenti accaduti nel college, collegati probabilmente alle attività di esumazione e rivitalizzazione dei cadaveri o ai legami con società esoteriche.

North aggiunge anche un ironico riferimento al secondo nome del fondatore di Sant'Anselmo, Denis Mary Brady, nome femminile che nello slang indica proprio un omosessuale.

“...apprezziamo sempre un corpo maschile in buone condizioni,...” è un doppio riferimento, da una parte al sesso dall'altra all'uso di corpi freschi per gli esperimenti.
Vignetta 3

“...sono più un seguace del revivalismo” ancora doppi sensi, in riferimento all'hobby di North e a una corrente cristiana protestante non cattolica.

In chiusura della vignetta 3 e in tutta la successiva i box di dialogo quadrati contengono virgolettato il dialogo tra Black ed Elspeth, rivelato nella pagina successiva.

Vignetta 4

Il fiume Merrimack è l'equivalente del Miskatonic, che attraversa Arkham nella geografia lovecraftiana.

Pagina 6

Vignetta 1

Prima apparizione di Elspeth Wade (il cognome verrà rivelato tra due pagine, vignetta 1), l'equivalente in Providence per Asenath Waite, antagonista del racconto di Lovecraft “La cosa sulla soglia”. Nella storia lei è una studentessa della Miskatonic University, e viene descritta come “scura e minuta, molto carina a parte gli occhi un po' sporgenti; qualcosa nel suo sguardo, tuttavia, impressionava le persone particolarmente sensibili.”, fa parte di un'importante famiglia di Innsmouth (dalla quale ha ereditato senza dubbio quegli occhi) ed è dedita all'uso della magia, tramite la quale trasferirà la sua anima (a sua volta in realtà quella del padre) nel corpo del protagonista, perseguendo l'immortalità. Il trasferimento delle anime è uno dei quattro metodi descritti nel Kitab. Rimane ancora da scoprire se Elspeth fa parte della Stella Sapiente o è una rinnegata (come i Wheately/Watheley). Probabilmente Elspeth è figlia del signor Wade, che comparirà appena a pagina 13, vignetta 3.

Elspeth chiama Black “giovanotto” e afferma che nonostante sia piccola non c'è motivo per considerarla una bambina, indizi che la sua vera età non è quella dimostrata (almeno “in spirito”, dal momento che in quel corpo giovane alberga l'anima del padre)

Vignetta 2

Al contrario di quanto accade nelle storie di Lovecraft, in Providence il protagonista ha incontrato due ragazzini terribili (“enfant terribles” nell'articolo originale): Willard Wheatley (6 anni e mezzo, ma ne dimostra molti di più a causa dei suoi natali mostruosi) e ora Elspeth (13 anni e mezzo, ma l'entità che la possiede ne ha molti di più).

Vignetta 3

Il dottor North “...non […] è un uomo di buona reputazione”, in riferimento ai suoi esecrabili esperimenti nel far rivivere i cadaveri.

“...comportamento sconvolgente”: in originale “behavior was simply shocking”, un possibile riferimento, che si perde nella traduzione, all'uso dell'elettricità nelle attività del personaggio al quale è ispirato North, quel Herbert West che ha ereditato i metodi a sua volta dal più classico degli scienziati dediti alla resurrezione dei morti, il protagonista del “Frankenstein” di Mary Shelley.

Pagina 7

Vignetta 2

“La segheria di John Goffe... 1722” è parte della storia di Manchester. Elspeth la conosce bene a causa della vera età dell'anima che la possiede (il padre).

Vignetta 3

“La storia è la mia materia preferita. Mi avrà trasmesso questa passione mio padre Edgar, che ormai è scomparso.” è un altro riferimento al racconto “La cosa sulla soglia”, che viene così presentato:
Il vecchio aveva fama di essere stato, da giovane, un prodigioso studioso di scienze occulte e si diceva addirittura che potesse, a suo capriccio, scatenare e placare gli uragani. Lo avevo visto in gioventù un paio di volte, quando era venuto ad Arkham apposta per consultare i tomi proibiti nella biblioteca dell'università: la sua faccia tetra, animalesca, incorniciata da una barba grigia disordinata, mi era risultata odiosa. Morì pazzo, in circostanze strane, appena prima che la figlia (nel testamento ne affidò la tutela al preside) si iscrivesse alla Hall School. La ragazza aveva avidamente attinto ai suoi insegnamenti e aveva lo stesso aspetto inquietante.
Primo accenno alla signora Macey (cfr. pagina 8, vignetta 1).

Elspeth si dichiara “terribilmente” lieta di conoscere il nostro Black, un commento curioso, che verrà chiarito in seguito quando la stessa Elspeth (Providence 06, pagina 20, vignetta 1) spiegherà che lo conosce bene e che è ansiosa come tutti di fare bella impressione. Black è il perno di una vicenda sovrannaturale della quale ancora non si conoscono tutti i dettagli.
Vignetta 4

Ancora il gioco dell'anticipo dei dialoghi, in questo caso si tratta di Black che parla con la signora Macey/Massey.

Pagina 8

Hekeziah Massey e Brown Jenkynne, come compaiono in un'illustrazione (di Jacen Burrows) sull'opuscolo di Suydam (Providence #2, pagina 34)

Vignetta 1

Prima apparizione (e in questo caso la parola le calza a pennello) di Hekeziah Massey, citata dai personaggi, in modo errato, come signora Macey. Si tratta dell'equivalente per Keziah Mason, antagonista nel racconto di Lovecraft “La casa delle streghe”. Molti dettagli sulla signora Massey si trovano nell'opuscolo di Suydam (cfr. Providence 02, pagine 34 e da 36 a 38). Nella storia di Lovecraft è una strega che sfrutta una fusione tra magia e matematica (se mai le due sono state cose diverse) per viaggiare nella “quarta dimensione”.

“Harry’s town” e “Tyng’s town” sono vecchi nomi per la città di Manchester.

Osservando la vignetta ci si rende conto che la geometria del luogo è diversa da quella conosciuta, in un gioco di illusioni ottiche che rende bene quanto descritto nel racconto originale, sugli angoli non euclidei. La casa sembra essere costruita a due livelli, con mattoni sotto e con una struttura ad assi di legno sopra, e conserva numerose caratteristiche delle abitazioni antiche, tra le quali alcune lampade a gas, allontanandosi dalla “casa stregata” di Salem che Lovecraft utilizzò come base per la sua storia.

“La casa stregata” di Salem:


Vignetta 2

“Signora... Macey, giusto?”
“Ci siete andato vicino.”
Black sbaglia il nome della proprietaria, non riconoscendo la donna come la strega descritta nell'opuscolo di Suydam.

“...quando il giovane Geoffe ha aperto la segheria”
Un altro riferimento al 1722, dopo quello di Elspeth (pagina 7, vignetta 2), che Black non coglie, altrimenti si renderebbe conto della vera età della donna che ha di fronte, confermata da quanto riportato nell'opuscolo, dove si dice che la Massey è nata nel 1613 e quindi ha all'incirca 306 anni.

“...ha sempre avuto cattiva fama” è un riferimento al racconto originale dove si narra che la casa era “l'edificio aveva cattiva fama, era difficile da affittare e da tempo era riservato a persone modeste sia nei mezzi che nelle pretese” e lo stesso protagonista, in seguito “era riuscito a farsi assegnare la stanza all'ultimo piano rivolta a oriente, dove si diceva che Keziah avesse praticato la magia. Era vuota sin dall'inizio - nessuno vi aveva abitato per molto tempo - ma quando Gilman l'aveva chiesta, il polacco che possedeva l'intero edificio si era fatto sospettoso.”.

Pagina 9

Vignetta 1

Scegliendo questa casa (aveva altra scelta?) il nostro Black penetra più profondamente nei misteri dello spazio-tempo, decidendo inconsapevolmente di risiedere in un luogo dove lo spazio tra le dimensioni è sottile, grazie a geometrie non euclidee. Sono queste che permettono alla signora Massey di risiedere “in un altro spazio vicino”, chiaramente una dimensione oltre quelle conosciute, dalla quale vede “tutto quello che succede”.

Disseminati per tutta la sinistra costruzione ci sono numerosi fori alla base delle pareti, evidentemente tane di topi (o di cose-topo come il signor Jenkins).

Vignetta 2

“...quelli di Saint Anselm sono passati... e hanno inquisito sulla casa.”
E' una forma molto più diretta dell'originale inglese “put this place to question” per indicare con un riferimento alla santa Inquisizione quello che la Massey in quanto strega ha dovuto subire.

Padre Upton è l'equivalente del professor Upham nel racconto “La casa delle streghe”. Entrambi i suffissi -ham e -ton sono utilizzati nei nomi degli insediamenti.

Il professor Bywood sembra essere un analogo del professore di fisica Atwood, citato nel romanzo breve “Le montagne della follia”.

Vignetta 3

“Una donna saggia come lei” nasconde un possibile riferimento alle streghe. Nell'originale, witch, che sembra derivare da un'antica parola anglo-sassone, wicca cioè the wise one, “quella saggia”. Black non è consapevole di cosa gli succede a livello conscio, ma sembra percepirlo ad altri livelli.

“Discutevano del fatto che il tempo sia simile a una larghezza o a una lunghezza”, ancora riferimenti alla quarta dimensione e alle sue interpretazioni, protagoniste dei miti di Lovecraft.

Questa vignetta, a differenza delle altre nella pagina, presenta il bordo lineare, legato in Providence ai momenti di percezione del paranormale. È probabile che qualcuno o meglio qualcosa stia osservando Black e la Massey, magari da un punto non del normale spazio-tempo.

Vignetta 4

“Mi manca ballare la gagliarda”
E' un riferimento a uno stile di danza rinascimentale, e allude alla già discussa estrema longevità della Massey. Come già successo c'è una diversa interpretazione nei dialoghi di Black per il verbo utilizzato. Il protagonista usa “mancare” a indicare che alla Massey non difetta nulla in quanto persona, mentre lei interpreta “mancare” come il desiderio di qualcosa.

“...stare attenti a non farsi male alla testa” si riferisce all'andare a sbattere contro il soffitto basso ma può anche riferirsi ai dolori alla testa dei quali soffre il protagonista del racconto “La casa delle streghe” a causa degli effetti ipnotici che la strana geometria della casa ha su di lui.

“...con il terreno che sprofonda”
E' un riferimento al fenomeno per il quale nelle case vecchie ci possono essere cedimenti alle fondamenta, che rendono asimmetrico il carico sulle mura e sulle assi, provocando deformazioni interne fino a casi estremi dove l'intera struttura cede, come nel celebre racconto di Edgar Allan Poe, “La caduta della casa degli Usher”.

Pagina 10

Vignetta 1

“...le camere arrivano a nascondere stranezze di ogni tipo, con il tempo.”
E' un probabile doppio riferimento, agli oggetti materiali che si accumulano nella casa, e che nel racconto “La casa delle streghe” verranno alla luce dopo il crollo finale (ossa umane e di topo, frammenti di libri e oggetti inesplicabili” ma anche un riferimento al tempo, che non scorre in modo normale quando si tratta di esseri capaci di viaggiare tra le dimensioni.

C'è l'ennesima tana di un topo, questa volta in basso, sulla sinistra.

La piccola finestra nella parte spiovente del soffitto fa capire in quale parte della casa è situata la stanza, cioè il timpano dalla geometria ingannevole che si può notare a pagina 8, vignetta 1.

Vignetta 2

“È un'onore ospitarvi nella mia casa”, ancora un eccesso di complimenti verso uno sconosciuto, un riferimento al ruolo di Black come araldo, che riecheggia l'entusiasmo di Elspeth che a pagina 7, vignetta 3, si definiva terribilmente lieta di conoscerlo e del signor Hillman che era lieto di incontrare il tipo di cui tutti parlano (Providence 03, pagina 23, vignetta 2). Come si vedrà ancora più avanti (Providence 06, pagina 20, vignetta 1) “tutti” sono ansiosi di entrare in contatto con Black. Chi siano i tutti (gli appartenenti all'ordine della Stella Sapiente, forse) non è ancora chiaro.

Vignetta 3

“...quel baffuto del mio compagno, il signor Jenkins...”
E' un riferimento a Brown Jenkin, il famiglio della strega, dalle sembianze di roditore ma con volto umanoide, nel racconto “La casa delle streghe”.

“Non so proprio come faccia a infilarsi dappertutto”
E' un possibile suggerimento del fatto che Jenkins è più abile della signora Massey nei trasferimenti extra dimensionali.

Pagina 11

Vignetta 1

“Jenkins è un nome familiare” stona come affermazione, sarebbe stato più corretto dire “un nome comune”, ma c'è il gioco di parole con il termine famiglio (della strega), in questo caso proprio Jenkins.

“Un meteorite spaziale” è ancora un riferimento al racconto “Il colore venuto dallo spazio”.

Vignetta 2

Noah Forrester è l'equivalente per Nahum Gardner, lo sfortunato agricoltore nella cui fattoria cade il meteorite alieno de “Il colore venuto dallo spazio”.

I bordi della vignetta sono lineari, il che sappiamo ormai indicare una scena sovrannaturale, in questo caso Black e la Massey sono osservati da qualcuno “esterno” alla realtà, concetto rinforzato dall'affermazione della donna che “...c'è chi non sa vedere quello che ha davanti al naso”.

“...se non dovessi manifestarmi al vostro ritorno...” più palese di così non si può, la Massey sta confermando che lei non si muove nel piano fisico tridimensionale, ma si sposta manifestandosi, attraverso lo spazio-tempo quadridimensionale.

La scena si chiude ancora con un dialogo anticipato rispetto al disegno, in questo caso la scena mostra Black e la Massey ma il testo riportato virgolettato nei box si riferisce a Black che parla con Frank Stubbs.

Pagina 12

Vignetta 1

Prima comparsa dell'agente federale Frank Stubbs (sebbene egli potrebbe essere l'agente che appare con J. Edgar Hoover nel sogno di Black in Providence 03, pagina 19, vignette 3 e 4).

L'ambientazione è la “landa folgorata”, punto di atterraggio del meteorite de “Il colore venuto dallo spazio”, dove viene descritta come “cinque acri di grigia desolazione che si stendevano sotto il cielo come una cicatrice scavata dall'acido fra i boschi e i campi.”

Vignetta 2

“Gli uomini non fanno che ammalarsi...” sono gli effetti del meteorite alieno.

“...abbiamo fatto a tenere zitti i giornali della zona” riecheggia i primi paragrafi de “La maschera di Innsmouth” dove agenti governativi riescono a mettere a tacere la stampa.

Vignetta 3

“quell'affare maledetto è caduto dal cielo l'undici giugno dell'82, alle prime ore del mattino. È atterrato accanto al pozzo, dicono.”, è ancora un riferimento al racconto “Il colore venuto dallo spazio”.

Pagina 13

Vignetta 1

La famiglia dei Forester è l'equivalente dei Gardners in “Il colore venuto dallo spazio”.
“Hanno chiamato un certo Padre Bradley...”, vedere la vignetta 3.

Vignetta 2

“Dennis Mary Bradley […] era qua con i suoi amici […] Wade di Salem e un altro tipo inglese”, si veda la prossima vignetta.

La luna è crescente, da comparare con la luna piena a pagina 20, vignetta 4, per avere un'idea del passaggio del tempo nel mondo reale.

Winfield Scott Lovecraft, padre di H.P. Lovecraft


Vignetta 3

La virata sul seppia indica un'immagine del passato, in questo caso è il 1882, quando il meteorite ha colpito il suolo ne “Il colore venuto dallo spazio”.


Il gruppo è composto dal signor Wade, da Denis Bradley e Winfield Scott Lovecraft, padre di Howard Phillips Lovecraft, membri dell'Ordine della Stella Sapiente negli anni '80 (del 1800!).

Edgar Wade è stato menzionato in passato da Tobit Boggs (Providence 03, pag. 11, vignetta 3) e da Garland Wheatley (Providence 04, pag. 9, vignetta 4). Wade è una sorta di alto membro dell'Ordine, ed è responsabile per la rottura dei rapporti con i componenti ritenuti di un livello più basso quali gli stessi Boggs e Wheatley.
Il nome di Wade non viene rivelato fino al prossimo capitolo (si veda Providence 06, pag. 10, vignetta 2). Egli è l'analogo per Ephraim Waite, dal racconto di Lovecraft “La cosa sulla soglia”, dove è descritto come un sinistro “studente di magia” che pratica il trasferimento delle anime per possedere il corpo della figlia Asenath Waite. Il suo analogo, Elspeth Wade, è apparso a pagina 6, nella prima vignetta.

Denis Mary Bradley è il fondatore del college di Sant'Anselmo. È stato menzionato in precedenza (a pagina 1 e 5).

Wienfield Scott Lovecraft, il padre del celebre scrittore, era un venditore, noto per l'accento britannico (nonostante fosse nato in America) e spesso veniva confuso per un inglese. Lo stesso Suydam si riferisce a lui come al “divertente ometto inglese”, venditore per la raffineria dei Boggs (Providence 02, pag. 12, vignetta 3). Qui vediamo W.S. Lovecraft nel 1882, quando non era ancora sposato con Susie Phillips.

Sullo sfondo, davanti alla casa, possiamo osservare gli analoghi di Ammi Pierce, la moglie e loro figlio. Dal racconto di Lovecraft sappiamo che “Furono Ammi e sua moglie ad accompagnare i tre professori della Miskatonic University che il mattino seguente si affrettarono sul posto per esaminare il visitatore sconosciuto degli spazi interstellari; e i professori si chiesero per quale ragione, il giorno prima, Nahum lo avesse definito così grande”

Il meteorite, dotato di lunghi spuntoni di un materiale traslucido, è parzialmente visibile, sebbene in gran parte nascosto dal pozzo, e sembra decisamente artificiale. Non derivando dal racconto originale, un commentatore fa notare come potrebbe essere un riferimento a un altro oggetto alieno della narrativa Lovecraftiana, il Trapezoedro Splendente, dal racconto “L'abitatore del buio”.

Questo, aggiungo io, potrebbe nascondere l'ennesimo inner-joke. Il racconto in questione ha come protagonista tale Robert Blake, personaggio intentato da Lovecraft, e ispirato all'amico Robert Bloch che, come sappiamo, è per Moore una delle due basi (assieme a Samuel Loveman) per il nostro Black. Per chi fosse a digiuno di weird, ricordo che Bloch è l'autore (tra una molteplicità di opere che includono sceneggiature di Star Trek!) del racconto “Psycho” (magari ne conoscete l'adattamento cinematografico) e che fu egli stesso, giovanissimo, a scrivere a Lovecraft, chiedendo di usarlo come personaggio in un racconto, dove sarebbe morto (e morto male). Lovecraft ne fu entusiasta, e con “L'abitatore del buio” gli rese in qualche modo “il favore”.

Vignetta 4

Le vignette 3 e 4 sono una sequenza a camera fissa, che rappresenta la stessa scena nel 1882 e nel 1919.

Pagina 14

Vignetta 1

“Una specie di muschio che si è trasformato, pensiamo.”
Di nuovo Il colore venuto dallo spazio.
Lovecraft scriveva infatti a proposito della vegetazione:
Non si erano mai visti cavoli di quelle dimensioni e di quei colori strani ed indescrivibili. La loro forma era mostruosa, e il cavallo aveva annusato un odore che Stephen non aveva mai sentito in vita sua. Il pomeriggio, parecchie persone andarono a vedere quella vegetazione anormale, e tutti convennero che piante di quel genere non sarebbero mai spuntate in un terreno sano.
Vignetta 2

“E' allora che si è interessato il governo.”
Nel racconto di Lovecraft il governo non ha alcun ruolo in relazione al meteorite - sappiamo però da altre storie che gli Stati Uniti a volte intervengono quando i Miti fanno particolare chiasso - si veda L'ombra su Innsmouth e il suo parallelo “mooriano” a Salem.

Vignetta 3

“Ora immagini se qualcuno dovesse inventare un'arma... un obice o una bomba... capace di fare lo stesso.”
Un anticipo della bomba atomica!

“C'è chi vuole costruire delle cupole di protezione...”
Un riferimento alle inquietanti cupole trasparenti che vengono nominate nel Cortile e compaiono nel Neonomicon. Sono quei piccoli tocchi sconcertanti, perché nascosti dentro un'ambientazione che si definisce/sembra a noi contemporanea.

Vignetta 4

“Ah! Cupole sopra la città? E' probabile quanto è probabile che entri in vigore il proibizionismo...”
Black è un cattivo profeta: pensa che il Proibizionismo sia impossibile, nonostante sia già stata varata qualche giorno prima la legge contro gli alcolici (30 giugno 1919).

Pagina 15

Vignetta 2

“Some Polack with a real old place he can’t let, but that’s all closed up/ Ah, so che c'è un polacco proprietario di una casa molto vecchia che non può affittare, ma quella è tutta sbarrata.”
Sembra riferirsi alla Casa delle streghe, ma con alcune importanti differenze. Nell'originale la casa era stata affittata da un signore terriero polacco, senza però che riuscisse a ricavarci un granché:
Era stato facile procurarsi quel locale, poiché la casa era impopolare, difficile da affittare, e da tempo ceduta in affitto a buon mercato. (…) Era rimasta vuota fin dall’inizio poiché nessuno aveva mai avuto l’intenzione di rimanere lì a lungo, ma il proprietario polacco era stato estremamente cauto nell’affittarla.
Uno dei commentatori osserva che la cantante Randolph Carter nel Neonomicon si chiama in realtà Mary Ann Stubbs. Di conseguenza Frank Stubbs potrebbe essere suo nonno...


Polack ovviamente è una storpiatura locale per polacco (sottolinea una vena razzista di Stubbs).

Stubbs si sta già accendendo un'altra sigaretta, evidentemente è un fumatore compulsivo.

Vignetta 3

“Grazie per avermi spiegato questa faccenda della stella cadente.”
In effetti un meteorite che cade dal cielo è una stella cadente, o almeno è indistinguibile agli occhi di un profano. Di solito quando si vede una stella cadente si esprime un desiderio. L'idea fu resa popolare nei paesi anglosassoni dal Pinocchio della Disney, When You Wish Upon a Star.

“Secondo lei c'è stato un matto che l'ha vista cadere e ha espresso questo desiderio?”
Per certi versi, scherzando, l'agente Stubbs ha detto la verità: l'Associazione della Stella Sapiente ha fatto cadere il meteorite con le sue arti magiche, come aveva raccontato Garland Wheatley in The White Apes.

Vignetta 4

Ci aspettiamo per la struttura della pagina di vedere con chi sta parlando Black e invece, sorpresa delle sorprese, lo scopriremo solo a pagina 24-25. La fonte inglese lo definisce a “false page-turn reveal”. Tecnica interessante, già usata nella serie di Crossed Plus One Hundred scritta da Moore.

Pagina 16

Vignetta 1

Moore sottolinea come questo sia un false page-turn reveal, aggiungendo: “nessuno tranne il sottoscritto.”

Vignetta 2

La casa di Massey cambia a seconda della vignetta, con piccoli dettagli che scompaiono non per disattenzione di Burrows, ma precisamente per segnalare la sua natura “instabile” tra tempo e realtà. Il tappetino a pagina 9, vignetta 4 scompare a pagina 16, vignetta 2. Cambia il tipo di sedia (pagina 22, vignetta 4 in basso) come i buchi e le chiazze lasciate dia topi.

Vignetta 3

Tra le aste della sedia si può vedere la tana del ratto (rif. alla Casa delle streghe).


Tra i dettagli che cambiano abbiamo la macchia e le crepe sulla carta da parati, ora diversi metri più su rispetto alla Pagina 10 Vignetta 1.

Pagina 17

Vignetta 1

“Ih. Guardate... Ih Ih...”
Ricorda lo squittio di un topo.

I bordi della vignetta, come nel caso dell'assalto del mostro di Providence 2 (Pagina 15, Vignetta 3) sono dritti e precisi, color giallo. Potrebbero indicare che Black sta sognando o avendo una visione (nel sogno, come ha insegnato finora Providence, Black vede la realtà com'è davvero).

Vignetta 2

“Da dove vengo io, è tutto come me.”
Scopriamo che Jenkins non è da solo e non viene dalla Terra, come ci verrà spiegato a Pagina 20, Vignetta 1.

Vignetta 3


Vediamo chiaramente Mister Jenkins.
Jenkins è l'analogo di Brown Jenkin, il famiglio (stavolta in forma umana) de La casa delle streghe.
I testimoni avevano detto che aveva lunghi peli e la forma di un topo, ma che le sue zanne aguzze e la faccia barbuta erano diabolicamente umane, mentre le zampe erano simili a minuscole mani.
Il Jenkins di Moore compare come ratto “antropomorfo” a pagina 19-20, come nell'illustrazione di Massey a pagina 5 dell'opuscolo di Suydam (presente in Providence 2, pagina 34) dove viene etichettato come “Brown Jenkynne.”

La coda di Jenkins è già in parte visibile nella parte bassa al centro della vignetta. La si vede chiaramente nella vignetta 4.

“E' come un labirinto che non si riesce a vedere, no?”
Sembra riprendere Tra le mura di Eryx scritto da Lovecraft in collaborazione con Kenneth Sterling.
Uno dei commentatori osservava come un classico esperimento sia far correre un topo dentro un labirinto (nel campo della medicina/psichiatria/neurologia, di solito per vedere le capacità di problem-solving).

“Ho appena sognato di... di essere già arrivato a Manchester. A-avevo trovato un alloggio, avevo visitato una fattoria in rovina, tutto nei più minimi dettagli...”
E' un indizio che Black possiede una qualche sorta di preveggenza, visioni del futuro che gli giungono quand'è in stato alterato di coscienza (per un incontro soprannaturale o perché addormentato, o per entrambe le cose). I sogni di Black sono una confusa visione del futuro.

Vignetta 4

Jenkins reagisce alle parole di Black – è troppo tardi e non... - con una risata (ih ih ih ih) perchè dalla prospettiva di un essere extradimensionale il tempo non ha alcuna importanza.

La lunga coda da topo è ora chiaramente visibile, infatti Black la sta fissando raggelato, ritraendo lentamente la spalla.

Pagina 18

Vignetta 1

I bordi della vignetta non sono gialli, come nel caso della visione onirica di Pagina 16 Vignetta 4, ma restano comunque squadrati e ben marcati, a sottolineare che c'è all'opera una forza soprannaturale.

Vignetta 2-4

Uso di un leggero zoom che si avvicina al personaggio.

Vignetta 4

La donna è Hekeziah Massey (già introdotta a Pagina 8, Vignetta 1).

Ne Black ne il lettore vedono Massey fino a quando Black non indossa gli occhiali. E' una tecnica che avevamo già visto (ahah) con la sfortunata Brears del Neonomicon, dove la miopia gioca un ruolo fondamentale nella scena della piscina sotterranea.

“La verità è che tutti siamo rimasti in vita in modi diversi.”
E' un riferimento ai diversi modo di vivere per sempre forniti dal Kitab, già citati nei numeri precedenti, da Providence 1 a Providence 3.

“Lo abbiamo fatto per essere qui con voi.”
Sembra riferirsi allo status di Black come Araldo - citato per la prima volta nel terzo numero di Providence.

Pagina 19

Vignetta 1

Il ratto dalla faccia di uomo è Mr Jenkins - l'avevamo incontrato nella sua forma “umana” a Pagina 17, Vignetta 3. Jenkins sta succhiando uno dei seni di Massey. Una superstizione del mondo medievale e moderno prevedeva che gli aiutanti delle streghe, i famigli, si nutrissero del sangue della loro padrona, succhiando dalla mammella o da un segno sulla pelle (una cicatrice, un neo ecc ecc). Fondamentale nella caccia alla strega era infatti cercare sul suo corpo il segno del famiglio.

Massey è nuda per svariate ragioni.
Da un punto di vista pratico, permette a Jenkins di succhiare senza problemi.
Dal punto di vista del folklore, le streghe erano sempre nude durante il sabba o nella maggior parte dei loro (presunti) riti.
Infine, da un punto di vista che potremmo definire psicanalitico, c'è chi ha considerato La casa delle streghe un sogno bagnato (wet dream), ovvero un sogno con forti connotazioni sessuali.

“Tutti quanti abbiamo notizie che vogliamo inculcare, così che a loro volta vengano inculcate in lui.”
Ancora una volta ci si riferisce allo status di Araldo di Black. “Lui” è sicuramente H. P. Lovecraft.

Vignetta 2

“Il capitano, lui usava una delle terze maniere.”
Si riferisce a Shadrach Annesley, che avevamo già incontrato in Providence 3. Shadrach è divenuto immortale grazie a una forma di cannibalismo magico.

“Il francese invece una delle quarte.”
Riferimento a Etienne Roulet, di nascita francese (vedi Providence 02).

Massey qui gioca con le parole: anziché dire che esistono quattro metodi, sembra sottintendere che esistano più modi di attuare il terzo metodo (una delle terze maniere) e più maniere per attuare il quarto (una delle quarte).

“Ma io ho scoperto un'altra maniera e...”
Un quinto metodo assente nel Kitab.

Vignetta 4

“La mia permanenza non dipende dal ghiaccio”
Si riferisce all'uso del freddo per sopravvivere alla propria morte (si veda il Dr Alvarez da Providence 01).

“né dal consumo di carni specifiche”
Si riferisce al cannibalismo come secondo metodo, usato come abbiamo visto ne L'immagine nella casa e da Shadrach Annesley in Providence 03.

“Non richiede sali”
Si riferisce alla rianimazione dei morti a partire dalle loro “essenze”, come nel Caso di Charles Dexter Ward.

“o liquidi.”
Fluidi, ci si riferisce a un probabile siero, Herbert West docet.

E' significativo che Massey lasci da parte il trasferimento delle anime.

Sia Massey che Jenkins hanno prolungato le proprie vite con “taluni prolungamenti dello spazio...” Sembra alludere a una tecnica che usi la geometria non euclidea, com'è descritto nella Casa delle streghe:
Il tempo non poteva esistere in certe zone dello spazio e, entrando e fermandosi in tali zone, doveva essere possibile preservare la propria vita e l’età indefinitamente, senza dover mai patire le sofferenze del metabolismo organico oppure del deterioramento, a parte i brevi periodi durante le visite al proprio spazio o a spazi simili. Sarebbe stato possibile passare in una dimensione senza tempo e poi riemergere in qualche periodo remoto della storia della Terra, sempre in una condizione di giovinezza.
“IIIh. Siamo tutti messi ad angoli diversi...”
Rimarca (come se ce ne fosse bisogno!) i diversi angoli della geometria da incubo de La casa delle streghe.

Nella versione inglese, “all cornered different” è un riferimento all'espressione “like a cornered rat”.

Pagina 20

Vignetta 1

“Dimoriamo in quelle regioni estranee a Euclide”
Chiaramente un riferimento alla geometria “aliena” della casa - è ovviamente interessante notare come Lovecraft non si fosse solo preoccupato di descrivere la casa “bizzarra”, ma come in altre occasioni avesse fatto riferimento a quant'erano all'epoca studi all'avanguardia nel campo della matematica e della geometria.

“di cui si pensa sia originaria la bestia.”
Sembra suggerire secondo il commentatore inglese che Jenkins è uno dei Mastini di Tindalos, o comunque una creatura loro imparentata. I mastini sono un'invenzione di Frank Belknap Long, comparsi nell'omonimo racconto del 1929. I mastini vivono al di fuori del nostro normale spazio-tempo e hanno un corpo immortale. Massey sembra sia divenuta immortale stringendo un patto diabolico con queste creature.

“Sono attratti dalla fica e la fica è rara in queste storie.”
Riferimento alla generale assenza di donne e attività sessuale negli scritti di Lovecraft, ma anche alla natura esclusivamente maschile della Stella Sapiente.
In inglese “cunny” è volgare sinonimo per “vagina”, correlato di donne e sesso.

Vignetta 2

“Nei nostri racconti, possiamo avere molti significati senza limite alcuno.”
I personaggi della storia di Moore sembrano essere consci di trovarsi dentro una storia - era già successo con Wilfred Wheatley nel quarto numero di Providence.

“Così io mi presento come archetipo e convenzione religiosa e in tal modo la mia vera natura viene fraintesa.”
Riferimento agli stereotipi cristiani simboleggiati dall'aspetto di strega di Massey. La casa delle streghe è l'unica storia di Lovecraft dove la croce ha un qualunque potere.

Vignetta 3

Le aste della ringhiera cambiano di numero a seconda della vignetta. Qui ce ne sono otto, nella vignetta 1 a Pagina 11 cinque. La casa cambia e muta sotto i nostri occhi.

Massey sembra citare un passo di qualche libro, forse il Kitab.

“Eppure in tutti gli uomini la ferita della donna
Una possibile metafora per la vagina (ferita perché sanguina durante la mestruazione).

“diviene meraviglia e terrore”
Per il suo potere sia di creare (la vita) che per il suo mistero (agli occhi degli uomini). Sembra esserci qui un richiamo al pensiero magico di stampo femminista degli anni '60, ma è un'idea troppo vaga per averne certezza, solo una sensazione.
E' ovviamente anche un riferimento alla convinzione (sbagliata) che Lovecraft fosse spaventato del sesso e/o delle donne.

Vignetta 4

La luna è ora piena, rispetto alla luna comparsa a Pagina 13 Vignetta 2.
Quanto tempo è stato Black nella casa? Una, due, tre notti? Una settimana?
Perché se la luna è cambiata, non possono essere state poche ore...

Pagina 21

Vignetta 4


Jenkins è ancora una volta divertito, perchè Black dal suo punto di vista sta dicendo qualcosa di ovvio, lapalissiano. Lui non lo può “portare” da nessuna parte, perchè per Jenkins spazio e tempo sono la stessa cosa.

Pagina 22

Vignetta 1

Si ripete il “taglio” della vignetta e la scelta di colorazione presenti sia a Pagina 16 che a Pagina 18.

Lo sfondo è lo stesso di Pagina 18, Vignetta 1. Tuttavia il bordo è stavolta cambiato: dalle linee rette e precise si è passati a quella linea frastagliata e sforbiciata che Moore associa alla realtà. L'evento soprannaturale è passato, qualunque fosse. Si è tornati al nostro “normale” 1919.

Il risveglio di Black pone l'importante interrogativo se davvero abbia incontrato Massey, se abbia sognato l'incontro o se lo stesse semplicemente ricordando?

Vignetta 2


La vignetta sembra identica al pannello 4 di Pagina 18, ma con alcune differenze:
- Massey non c'è.
- I bordi del pannello sono ora frastagliati.
- Gli occhi di Black non si vedono - un segno forse che la sua miopia è molto peggiore nel mondo reale che nei sogni.
- Come altrove (vedi Pagina 16, vignetta 2), la casa è cambiata ancora: sul letto abbiamo sei sbarre invece che cinque, la finestra si è allargata, il tappeto spostatosi di poco.

La finestra mostra la luce della luna che filtra tra le tende; peccato che sia sul lato sbagliato della casa (stando alle vignette precedenti) perché riceva la luce. Inoltre se prima c'era ampio spazio tra valigia e letto, ora valigia e letto sono praticamente attaccati. Ulteriori, sottili prove della geometria soprannaturale della casa (come della maestria di Burrows).

Rispetto alla vignetta 1 di Pagina 10 la tappezzeria non mostra macchie o crepe.

Vignetta 3

Tre tane di ratto sono ora comparse sul muro a destra.

Black indossa delle giarrettiere, che servono per tenere su le calze. Era l'abbigliamento anni '20, smettetela di scuotere la testa dentro un gigantesco facepalm...

Vignetta 4

A pagina 10, Vignetta 1 c'erano sei sbarre sulla sedia, adesso ce ne sono cinque. Sulla pagina seguente ce ne sono 4.

Pagina 23

Vignetta 2

Black dimentica il suo impermeabile ai piedi del letto. E' interessante che Black spesso perda parti di vestiario in seguito all'incontro con alcuni mostri. Il cappello in Providence 02 dopo l'incontro con la demonessa nel sottosuolo dell'abitazione di Suydam, ora l'impermeabile, in futuro i guanti di sicuro... C'era un commentatore inglese che si chiedeva se vedremo un mostro alla fine della serie che indossa tutti i vestiti “persi” da Black.

Pagina 24

Vignetta 4

Black parla con Hector North; l'ultimo pannello di dialogo appartiene invece a James Montague.

Pagina 25

Vignetta 1

Compare per la prima volta James Montague, il corrispettivo del narratore di Herbert West – Rianimatore, collega di North. E' probabile che sia un riferimento a Montague Rhodes James, la cui narrativa Lovecraft ammirava grandemente.

Vignetta 2

La casa di North e Montague è posizionata al 162eisimo di Orange Street.

Vignetta 3

“James, sapevi che qui succedevano queste cose, ma quando ho proposto Boston, tu hai insistito per Manchester.”
In Herbert West - Rianimatore i protagonisti si trasferiscono a vivere a Boston.

“E quando un giovanotto vulnerabile e in perfetta salute bussa alla nostra porta in cerca di riparo”
Si può riferire sia all'attrazione omosessuale per un giovane uomo nel fiore degli anni, sia a un possibile candidato/vittima per gli esperimenti di rianimazione dei morti di Hector North.

Vignetta 4

La formaldeide è usata per preservare il cadavere nell'imbalsamazione. La tassidermia è l'arte di costruire e preservare (impagliare, nei tempi antichi) parti e/o interi animali.
E' una professione, oggigiorno un hobby, piuttosto macabro, che può ovviamente funzionare come copertura per un'attività illegale di negromanzia...

Pagina 26

Vignetta 1

“Potrei essere un maniaco pericoloso”
Un'ottima descrizione di Herbert West!

“Stamane? Oh poverino, è davvero molto scosso.”
Il senso del tempo di Black è stato completamente sovvertito, sono passati a quanto sembra diversi giorni (?).

Vignetta 2

“Presto faremo tornare un po' di colore su quelle guance e la rianimeremo. (…) e baldorie da svegliare i...”
Si riferiscono alla rianimazione dei morti, è il solito gioco di parole.

La frase completa in inglese sarebbe “fit to wake the dead”, in italiano... “da far tornare in vita un morto”.
   

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