martedì 7 giugno 2016

Atompunk in salsa lovecraftiana: Shadow Planet


Leggendo alcune riviste di fumetti alternativi degli anni sessanta/settanta – penso a Metal Hurlant o l'Heavy Metal Magazine, a seconda della lingua – rimango sempre colpito di come funzionassero sulla base di un'assenza, anziché di un eccesso.
Il senso di mistero proveniva dal formato breve, dalla psichedelia di quegli anni, dalla scelta di chiudere le storie ex abrupto, costretti dalla mancanza di ulteriori fondi. La conseguenza necessaria erano storie per forza oniriche, enigmatiche, chiuse in piccoli mondi autosufficienti.
La ricerca della sensazione, del dettaglio minuto, dell'orgia di colore contrapposta alla “prigione” dei dialoghi e delle sceneggiature a tavolino: si trattava di non-storie a tutti gli effetti, dove lo stile demoliva ogni necessità di seguire un “filo logico”.
Siamo ovviamente nel periodo di Moebius, le cui storie di quegli anni, da lui stesso definite “una eiaculazione” (1) risultano il paradigma per eccellenza di un disegno che supera il dialogo, Garage ermetico docet.

Ora, l'Indiegogo per il fumetto Shadow Planet non è certo Moebius. Eppure, rimane qualcosa di quel genere di fumetto nello stile, nel disegno, nell'argomento, fin quanto nella stessa presentazione della campagna.
La matita di Gianluca “Johnny” Pagliarani restituisce tavole che naufragano nel dettaglio, intricati mosaici di sassolini, tubature e finissimi ingranaggi. All'impressione “polverosa”, alle lande lunari come agli interni “alieni” il pensiero torna ai deserti e ai paesaggi minuziosi di certa sci fi del '60. Il colore di Alan Junior d'Amico, con una palette che ruota sul grigio e il rosso trasla il fumetto di dieci anni indietro, ponendolo dentro le tute super aderenti degli astronauti di celluloide degli anni '50.
Sebbene non sia possibile pronunciarsi sulla sceneggiatura, le parole chiave disperse qui e lì trasmettono i brividi: si va dal pulp, all'atompunk, al Lovecraft più casareccio.
Doverose strizzate d'occhio all'Alien del 1979, basti osservare la posizione dell'astronave nella presentazione, con l'inquadratura e lo “spiaggiamento” simile al ritrovamento nel film.


Fucili a raggi, la presenza di un robot nelle vignette trapelate, l'enfasi su razzi e bulloni assicurano la fisicità del -punk nell'atompunk, con un'elettronica che non vada al di là dell'analogico:


Non a caso, la prima cosa a cui ho pensato dopo aver visto la folle Moonette, è all'automobile nelle prime pagine di Garage Ermetico:


La presentazione per la campagna su Indiegogo a sua volta si mostra come vicina ai lettori e lontana dalle formalità, anche per gli standard della Radium: non c'è un disegnatore, un colorista e uno sceneggiatore, ma i Blasteroid Bros, come non c'è la storia di tre astronauti alle prese con un orrore alieno, quanto Razzi-Bulloni-Mostri-Pistole a Raggi. I responsabili del (futuro) fumetto compaiono con armi dalla fallica gigantezza in mano e il tono sulla pagina Facebook è decisamente indovinato.

Infine, a questo cocktail -retro viene inoculato l'elemento moderno: anziché un equipaggio incolore di maschi bianchi degli anni '50, troviamo la comandate Jenna Scott, come la luogotenente Nikke Larsson e un unico maschio, l'efebo John Vargo, che al di fuori della sigaretta all'angolo della bocca ha un'acconciatura più curata delle sue stesse compagne di viaggio interstellare.
Ancora una volta evidente l'influenza dell'Alien(s), centrifugata però nello stile del pulp passato.

La campagna Indiegogo si avvicina all'ultima settimana, ma rispetto alle precedenti raccolte fondi mi sembra stia procedendo spedita, siamo a un punto eccellente.
Come da tradizione della Radium, le possibili opzioni prevedono cartonati, copertine alternative – consiglierei quella di Jacen Burrows – un diorama a edizione limitata e una pistola laser sospettosamente simile a una mauser modificata. La natura della storia vieta per una volta ogni comparsa/ opzione “trasformami in fumetto” che sembra a volte trasformare certi numeri in folle di comparsate. Il primo numero di Prussiani vs Alieni, ad esempio, sembra avere quasi più backers in forma di personaggi che personaggi stessi (!).
Sempre apprezzabile come vi sia un'opzione per gli indecisi o chi voglia spendere di meno: con soli cinque euro ci si porta a casa tutti e quattro i numeri in edizione digitale e con nove anche gli schizzi di lavorazione in esclusiva. Se siete tra chi aspetta “a lavoro finito” o “quando sarà pubblicato” perchè invece non contribuite con la cinquina direttamente disponibile, adesso?
Mi sembra il modo migliore per tastare il terreno senza perderci troppo denaro nel caso (improbabile) che Shadow Planet si riveli una delusione. Anche a uscita in negozio, i fumetti della Radium non stanno comunque avendo recensioni tali da poter giudicare se valgano o meno la pena, provare direttamente al momento della campagna è l'idea migliore.

(1) Si veda In Search of Moebius (BBC).

Fonti:
Pagina del progetto su Indiegogo.
Sito della Radium, pagina dedicata a Shadow Planet.
Pagina Facebook della Radium.

2 commenti:

Marco Grande Arbitro ha detto...

Sai sono iscritto a Radium, ma a causa delle stravaganti stranezze di FB non mi arrivano le notizie del progetto.
Mi rifaccio un giretto per vedere a che punto stanno.

Coscienza ha detto...

@Marco Grande Arbitro
Dacci un'occhiata, stanno facendo un gran lavoro, anche sul fronte della quantità di roba pubblicata :)