lunedì 26 ottobre 2015

My Little Moray Eel, di Lucia Patrizi - Recensione


Uno sperduto paesino presso la costa. 
Una vecchia donna dalla gola martoriata che vive solitaria.
Il richiamo del mare, una murena per compagno e una storia di sangue e sale da raccontare.

Fin dalla sua prima immersione, Sara ha compreso di essere diversa dal resto dell'umanità e persino diversa da quel già diverso insieme di persone che amano il mare, dal sommozzatore esperto al marinaio brizzolato. 
Durante le sue prime esperienze coll'acqua, ha scoperto di poter entrare in contatto col mondo sottomarino e di poter comunicare, a un livello telepatico, con il mondo di pesci e creature che ci vivono. In altri tempi, persone come Sara sarebbero diventate il centro dell'adorazione di primitivi popoli devoti a Nettuno; nel ventunesimo secolo alterna il piacere delle immersioni con la fatica di controllare un potere al fondo incontrollabile. 
Tra i tanti esseri che popolano il mare, Sara ha stretto uno speciale rapporto con Lui, una murena verso cui prova un'amicizia e una comunanza che supera il rozzo legame padrone-animale del mondo terricolo.

Nel frattempo, siamo nel 2012, l'immersione del batiscafo di James Cameron al fondo delle Marianne ha prodotto una scoperta molto più entusiasmante di qualche sasso e un ragno abissale.
Prima di venire scartavetrata via, la telecamera subacquea ha ripreso la figura spettrale, ma chiaramente visibile di un uomo. Una figura umanoide, che vive in quelle profondità. Sono coloro che gli spettatori presto definiranno “Quelli degli Abissi”.

Quando “Uno degli Abissi” viene catturato al largo delle Filippine da “Uno dei Terricoli” l'atto è erroneamente interpretato dal popolo subacqueo come un casus belli. Presto, sia sul fronte umano che sottomarino la guerra dilaga: gigantesche murene stritolano i sottomarini, le navi cargo affondano l'una dopo l'altra, mentre Quelli degli Abissi invadono in gocciolanti schiere le zone abitate presso la costa. L'esercito reagisce con armi biologiche e droidi con atomiche, cancellando dalla natura intere biosfere.

Mentre la battaglia infuria, la telepatia di Sara e la sua peculiare amicizia con una murena sospettosamente simile ai grandi serpenti marini non passa inosservata alle autorità militari...

Consiglierei sempre a uno scrittore di non dare mai via gratis il proprio romanzo.
Sono un perfetto esempio per sostenere che gli ebook andrebbero sempre pagati e se proprio si deve darli in offerta, al limite scontati. Perchè ricordo distintamente di aver comprato My Little Moray Eel in occasione di un'offerta gratuita di un giorno o due. E di averlo accantonato nel lettore per un intero anno. Non perchè lo ritenessi un cattivo libro; ma semplicemente perché di volta in volta davo la priorità a un ebook o un romanzo per cui avevo pagato qualche soldo. Quindi sì, per quanto già si sapesse, mettere in offerta gratuita un ebook tende a svalutarlo, perché non si ha l'impulso di leggerlo subito, ma subentra al più la sindrome “dell'accumulo”.
Dopo aver invece aver recuperato dalla lista degli arretrati My Little Moray Eel mi sono reso conto dell'errore. Perchè My Little Moray Eel è un romanzo eccellente, sia nella struttura, che nella mola di documentazione svolta, che, nel suo piccolo, per tutti quei piccoli dettagli di forma che solitamente gli autopubblicati ignorano allegramente (refusi, impaginazione, note, nomi dei capitoli ecc ecc).

Due riferimenti continuavano a girarmi in testa durante la lettura.
Il primo, piuttosto ovvio, è il film The Abyss di James Cameron.
Il secondo è un chilometrico romanzo di fantascienza tedesco, Il quinto giorno, di Frank Schätzing.
Il romanzo, come il film di Cameron, esplora la possibilità di una razza aliena che vive negli oceani, ma descrive anche con una certa efficacia la guerra di questa razza verso gli umani. Schätzing non sfrutta le murene di Lucia Patrizi preferendo invece delle più banali orche assassine. Senza spoilerare chi non abbia letto il romanzo – comunque piuttosto mediocre – una buona porzione dell'azione si svolge a bordo di una gigantesca portaerei che trasporta un team di disperati scienziati.
My Little Moray Eel fonde alcuni aspetti sia del film di Cameron, che del romanzo di Schätzing.
Del primo, tolte ovviamente le creature sottomarine, va inquadrato il ruolo dell'esercito: sia nell'italiana Marina con cui nolente Sara deve collaborare che con i militari ansiosi di Cameron, il giudizio è molto severo. Le forze armate sono incompetenti, idiote, pronte alla minima occasione a tradire ogni diplomazia per uccidere il “maledetto mostro”. 
Non ci si può fidare e se lo fai, te ne pentirai amaramente.
Secondariamente, sia in My Little Moray Eel che in Schätzing  la rivolta del mondo animale verso le creazioni dell'uomo, in questo caso le navi, vengono descritte molto bene dando un'impressione scenografica della nave colata a picco, dei marinai mangiati vivi e di una potenza che una volta repressa, colpisce ora con forza apocalittica.
Le murene di My Little Moray Eel ricordando tuttavia dei draghi dell'oceano funzionano a mio parere meglio delle orche di Schätzing.
Per quanto raccontato in sottofondo, si descrive con maestria lo svolgersi della guerra fratricida contro Quelli degli Abissi: dall'abbandono delle coste, al pattugliamento raso mare degli elicotteri, allo sviluppo di ragni artificiali e di superpredatori in provetta.
Volevo saperne di più su quest'ultima creazione, per quanto non svolgano nella trama alcun ruolo:
Ilio li aveva visti in azione nel Pacifico: trenta metri di carne in movimento, i corpi a forma di siluro che scintillavano al sole quando saltavano fuori dall'acqua, le ali di una manta, i denti di uno squalo. Ciechi come lombrichi.
Avevano due bocche. Con una mordevano la preda, con l'altra ci si attaccavano addosso come ventose e la risucchiavano, spappolando muscoli e ossa...

Sviluppandosi con una struttura a flashback, il romanzo alterna memorie “intime” come la prima immersione o il primo incontro con Lui, a passaggi di più ampio respiro, dove Sara giunge a influenzare eventi di larga portata nel conflitto con gli Abissi.
Pur comprendendo che il pov è di Sara, che ha una speciale empatia con i pesci, il punto di vista è comunque troppo artificialmente spostato a favore dell'innocua (?) razza abissale.
Immagine presa dal blog Il giorno degli zombi
Sappiamo a un certo punto che interi villaggi e persino intere città costiere sono morte, uccise nella notte da ondate su ondate di Quelli degli Abissi. Eppure, per tutti questi morti sia Sara che il lettore non provano la minima compassione. Certamente il conflitto tra la devozione verso la razza umana e l'amore verso il mare è reso con efficacia e tuttavia è spontaneo per com'è presentata la situazione parteggiare per i secondi. Le vere carogne restano gli umani. Nonostante il tasso d'innocenti annientato in questo conflitto mondiale sia spaventosamente alto, l'empatia è tutta per i poveri pescetti. Il che immagino sia un buon esempio di quanto il romanzo riesca a far immedesimare nella straordinaria attrazione di Sara verso gli oceani...

I salti temporali vengono dosati con attenzione e pur tuttavia, tendono a frammentare troppo la vicenda. Nel momento in cui scrivevo la trama all'inizio dell'articolo, continuavo a individuare come la vera storia di My Little Moray Eel le sequenze di avvenimenti a bordo della nave mercantile. Quei capitoli del romanzo li sentivo come perfettamente incastrati l'uno con l'altro, mentre il resto dei flashback sono più il contorno della portata principale che un effettivo dipanarsi della trama.
Il personaggio di Sara segue comunque un'evoluzione personale molto forte e si avverte chiaramente come la voce narrante “anziana” sia diversa dalla ragazza che collabora coi militari. Quasi avrei preferito un'avventura con la “vecchiaSara (e non solo perchè fuma la pipa...) esplorando forse la possibilità del dopoguerra con i militari/banditi e la difesa di Porto Ercole.
E vi sono poi alcuni tocchi di classe nel caratterizzare il personaggio, come la canzoncina natalizia di Innsmouth come suoneria del cellulare... :-D
E' solo leggendo le recensioni su Amazon che ho saputo tuttavia che il romanzo nasce come blog-novel: rispetto alla struttura scollegata a puntate che seguono di solito quel genere di storie, My Little Moray Eel rimane comunque eccezionalmente bene architettato.

Lo stile di scrittura è semplice, articolato in qualsiasi occasione con frasi brevi, che raramente si lanciano in monologhi o lunghe descrizioni. Il lessico, alle volte, usa termini marinareschi di cui vi è tuttavia la spiegazione nelle note a piè di pagina. Alcuni dei flashback nell'infanzia rischiano tuttavia di scivolare nel melenso, specie per i più impazienti di gore&azione. Nell'insieme, tuttavia ci vengono risparmiati quel genere di passaggi a metà tra il lirico e il soporifero che si rischiano in questo genere di scene.
Alcuni capitoli si spostano dal pov di Sara al pov di Lui, la murena: non si tenta in questo caso di mettersi nei panni squame del personaggio, ma ci si limita a un blando raccontato. Sono interessanti, ma non le ho avvertite particolarmente riuscite, rispetto alla voce narrante di Sara.

Ritornando al paragone con Cameron e con Schätzing, il finale di My Little Moray Eel evita i difetti di entrambe le opere: se Cameron deve per forza concludere con un lieto finale come richiede un blockbuster e Schatzing s'imbroda in un elogio alla scienza, con Lucia Patrizi il finale è ancora più realistico di quanto ci si aspetterebbe e ha un che' di tagliente e asciutto.

E in un certo senso, per un romanzo ambientato nell'acqua e nel bagnato, è alquanto appropriato... 

Fonti: 
My Little Moray Eel - Pagina Amazon 
My Little Moray Eel - Blog/ Il giorno degli zombi 

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