lunedì 15 settembre 2014

Le sta a pennello, Signore! Un'intervista al movimento Chap.


Tengo d'occhio il movimento Chap da un bel po', sebbene non abbia ancora messo le grinfie sul suo cuore pulsante, il loro giornale “The Chap”.

Difficile definire cosa sia il movimento Chap. Non è un club o un'associazione sul modello britannico, perchè non segue logiche di tesseramento e classificazione, né pone effettivi pregiudizi di sesso o età. Chiunque può essere Chap. 
Si potrebbe definire il movimento come una subcultura sartoriale, perchè effettivamente sei Chap se vesti seguendo una moda sorpassata, ponendo un'attenzione ai limiti del maniacale alle pieghe dei vestiti, del cappello, della posa. In tal senso il movimento Chap può sembrare, e per certi versi è, un movimento di Dandy. Di fronte alla becera realtà di politici in maniche di camicia, dirigenti Apple col maglioncino e imprenditori sbracati, il movimento Chap si riappropria del vestito elegante per ricondurlo a tutta la sua magnificenza. Lungi dall'essere "grigi" e borghesi, i dandy del movimento sono elegantissimi, ma coloratissimi, alla continua, estenuante ricerca di un aspetto tanto formale, tanto perfetto da risultare stravagante.

Non è un effetto così difficile da raggiungere. Dal secondo dopoguerra in poi, sotto l'influsso americano si è a tal punto sbugiardato, sbeffeggiato e distrutto il tre pezzi tradizionale che riappropriarsene appare ormai (quasi) un atto rivoluzionario. Nel momento in cui il Capitale ha assimilato completamente ogni eversione giovanile, dai jeans, alla minigonna, alle giacche di cuoio, ritornare ai vestiti dei propri bisnonni, trisnonni, al Tweed di un secolo fa dà molto più fastidio che l'ennesimo tatuaggio. Ormai tutti prediligono lo sbracato, il rutto, la camicia stracciata, il Suck me sulla magliettina firmata... E allora perché diamine non tornare a vestirsi decentemente, e farlo anzi con tanto esagerato vecchiume da risultare grotteschi, più formali dell'attuale borghesuccia alta? 
E dopotutto, non è un ritorno alle origini, in quest'ambito, anche fumare la pipa? La pipa attualmente è associata, a differenza del sigaro, all'elitè. Il vecchio bambogio fuma la pipa, esattamente come la borghesia alta, il padre di famiglia, il vecchio. Ma in origine non era così: la pipa nell'ottocento la fumavano le classi basse, dal quella in pannocchia dei contadini, alle pipette e pipe che nei romanzi di Dickens compaiono nelle bocche sdentate dei pescatori, dei venditori all'ingrosso, degli operai nella pausa pranzo. Ormai dà più fastidio fumare tabacco che fumare marijuana, e incontro nella gente un odio acceso, verso il tabacco, che lascia perplessi.Non voglio costruire chissà quale apologia verso la pipa, ma solo evidenziare il controsenso di città inquinatissime, dove bambini soffocano nello smog, ma dove l'unico fumo che "uccide" stranamente è il tabacco. 
Siate almeno coerenti: se odiate il fumo, siate anche ambientalisti. Il movimento Chap è così irritante: si veste troppo bene per l'egualitarismo americano che vuole "tutti trendy", fuma aggeggi sorpassati quali la pipa, e predica una cura (maschile) della persona odiato dall'attuale massa di consumatori in t-shirt sporche di nutella.


Per certi versi, ma questa è solo una mia illazione, il movimento Chap ricorda il miglior socialismo degli esordi, quello utopista: l'attenzione alle classi lavoratrici non appare disgiunto dal culto della gentilezza, della cortesia, della tradizione; la felicità della società si raggiunge non attraverso il distruttivo edonismo Thatcheriano, ma favorendo condizioni più umane, personali e rispettose. Il nemico è giustamente individuato nella Tecnica, in quella tecnologia che “non pensa” (cit Heidegger) ma che appare solo al servizio di un consumo esagerato, gargantuesco. Non c'è qui quel culto del progresso che rende insopportabili molte sinistre e che le traduce spesso nell'ennesima marionetta del Capitale di turno.

L'intervista che ho preso in analisi è vecchia, del 2004, condotta dalla giornalista Isabel Taylor all'attuale leader (informale) del Movimento Chap, Gustav Temple. Squisito maestro di estetica, dandy raffinato e conversatore pungente, Gustav riassume bene alcuni concetti cardine del movimento.

La traduzione è mia, del tutto artigianale e del tutto a-professionale, per cui se ve la cavate coll'inglese consiglio l'intervista in originale. Eventuali errori sono tutti dovuti alla mia incapacità.
Nonostante sia vecchia, l'intervista rimane attuale: l'unico puntiglio che mi sento di fare è relativo alle controparti femminili del Chap, le “chapette”. Nonostante la nostalgia verso il Settecento e l'Ottocento, il movimento non è maschilista e specie negli ultimi anni ha spesso dato risalto a elementi femminili. Per altro, sotto l'aspetto del vestiario le Chapette hanno decisamente più libertà dei maschi, passando dal vestiario tradizionale del 40' femminile al preferire il “tre pezzi maschile”.
Non si confondano gli ideali: questo è Anarco-Dandismo, non qualche sozzo Conservatorismo!


Le sta a pennello, Signore: un'intervista con Gustav Temple della rivista The Chap




In un'altra intervista, ha detto che considera il Chappismo come un movimento democratico. Come possono i Chaps riconciliare ciò, imitando un'estetica e uno stile di comportamento (dizione Woosterich, ecc) solitamente associato con l'élite?

Quant'era l'élite d'una volta è ora sugli scaffali del supermercato.
Non abbiamo mai sostenuto la falsa imitazione di nessun modo di parlare, Woosterish, o altro. Quello che voglio dire, è che esiste uno certo stile d'abbigliamento, una certa andatura e delle abitudini sociali che una volta erano privilegio dell'aristocrazia, ma ora sono disponibili a chiunque. In effetti, le persone che non si considerano Chaps stanno spendendo molti più soldi in vestiti firmati, case di lusso e beni di consumo durevoli, che in quanto costerebbe a qualcuno come il sottoscritto a condurre una vita anche vagamente Chappista.

Sembra che ci sia un elemento nostalgico, nel Chappismo, collegato a un generale disprezzo per la cultura contemporanea. Che cosa rimpiangono i Chaps, in particolare, e che cosa obiettano alla cultura moderna?

I Chaps sono nostalgici per i tempi quando veniva spesa particolare attenzione dal venditore al cliente nei più comuni negozietti all'angolo, quando comprare oggetti come tabacco da pipa e formaggio era un piacere, che coinvolgeva la conversazione col gestore e curiosare tra le delizie in vendita. Le compere al giorno d'oggi scivolano verso il cliccare bottoni su Internet.
(Nel passato) uno poteva ordinare un pranzo al Cafè Lyons Corner House, dove una cameriera gli avrebbe portato il piatto e avrebbe ricevuto una mancia per il disturbo. Oggigiorno ci si aspetta che uno se ne stia in fila per qualcosa di patetico come una tazza di caffè e l'intera esperienza è alquanto sgradevole...
La cultura odierna non ha consistenza. Uno entra in un negozio senz'alcuna idea di cosa lo aspetta all'interno. Quanto sembrava un ristorante si rivela un nightclub, un negoziante in apparenza di tabacco vende in realtà marijuana - conducendo a ogni sorta d'imbarazzi.

Pensa che l'inglese eccentrico sia una razza in pericolo?

L'autentico eccentrico non è una razza minacciata, piuttosto a tutti gli effetti estinta. L'unica speranza che rimane agli inglesi è di tenere vivo lo spirito dei loro eccentrici. L'età del vero eccentrico è passata, dal momento che oggi sono tutti sono troppo consapevoli di sé stessi e della necessità di guadagnarsi di che da vivere, per essere eccentrici.

Sarebbe corretto chiamare i Chaps reazionari, o piuttosto che sono "più avanti dei loro tempi"

Oh, "più avanti dei loro tempi", ovviamente. Gran parte della cultura contemporanea sembra che sia tutta sul seguire la moda e adottare qualsiasi religione laica l'accompagni. I Chaps si ergono a favore dell'individuo, dell'eccentrico e dello stravagante. L'atteggiamento di mantenere dei livelli minimi di decenza, comune gentilezza e cavalleria possono sembrare reazionari per certi, ma per altri è solo un gesto verso un miglioramento della società.

Se il problema è il conformismo, perché i Chaps evocano lo stile dei Quaranta e dei Cinquanta, invece che quello dei Sessanta (un decennio largamente considerato come un periodo di considerevole individualismo sartoriale)?

Evocare gli stili del 1960 equivalerebbe seguire le impronte di ogni gruppo giovanile da quella decade rivoluzionaria in poi. Guardare indietro a prima di quegli anni fa sorgere molte più interessanti nozioni di gioco con stili sartoriali apparentemente conformisti. Come William Burroughs, che vestiva sempre giacche e cravatte immacolate, persino quando ricercava un'esistenza totalmente illegale nel cuore del mondo clandestino della droga. Per lui era quasi un travestimento, per assicurarsi di passare indenne attraverso la sicurezza dell'aeroporto.
Per i Chaps fornisce, paradossalmente, una libertà dai dettami della moda. La palette di colori del 1940 è di gran lunga più ampia di quanto potrebbe sembrare in superficie. Una volta che inizi a cercare, e il tuo punto di partenza è di rendere questi vestiti gli unici per te disponibili, realizzi presto d'avere un bel po' di compere in giro da fare, se vuoi esplorare l'intero insieme dell'abbigliamento di un uomo del 1940.



Sembra che lei pensi che i giovani inglesi oggigiorno siano molto più conformisti di com'erano una volta, specialmente quando si tratta di vestiti. Perché pensa ciò sia successo?

Non ho idea del perché è così, so soltanto che il risultato è una folla trasandata e senza immaginazione. Trovo anche che l'uso onnipresente di abbigliamento sportivo e attrezzatura da montanaro in un ambiente urbano sia un po' ridicola, e mi chiedo se i giovani stanno vivendo le loro fantasie di diventare esploratori e avventurieri, o se stanno davvero apprezzando d'avere dozzine di stretch, morsetti e pezzi di velcro che penzolano dalle loro persone.

Ho sentito che i Chaps pongono grande enfasi sul comportarsi "bene". Cosa prevede questo comportamento?

A quali Chaps ha parlato? Qui si ritorna sul tema della dizione (Worchester n.d.t.) - interamente una questione di scelta personale. Ho incontrato alcuni chaps piuttosto sgradevoli, e molte giovani leve, che non si comportano educatamente, ma nondimeno possono essere classificati come Chaps, per il loro senso dell'abbigliamento e per il loro rigetto del codice di valori contemporaneo.

Pensa che il Dandismo Inglese sia necessariamente associato con una ribellione contro la cultura contemporanea?

Da quando il primo dandy inglese, Beau Brummell, si ribellò contro le mode all'epoca popolari, il dandismo necessariamente dovrebbe essere ribelle. Tuttavia, nella sua epoca, gli stili degli italiani erano così bizzarri, che uno stile più pacato era l'unica opzione che sentisse elegante.
Considerando che oggigiorno i giovani maschi gironzolano in abbigliamento sportivo di nylon e vestiti di fatica color "farina d'avena", il ruolo del dandy dovrebbe essere il suo esatto opposto, e apparire stravagante, colorato e fattore più importante di tutti, eccezionalmente formale.

E' il dandismo inglese simile alle sue varianti continentali (ad esempio i francesi)?

No, perché gli inglesi hanno inventato il dandismo e l'hanno esportato in Francia. I dandy continentali erano solo imitazioni di quelli inglesi.

I Chaps mettono particolare enfasi sulla "decadenza". Perché questo sottinteso decadente?

Altrimenti sarebbe un po' noioso essere un Chap! Quanto tempo uno può spendere ad aprire porte per le signorine e togliersi il cappello al passaggio degli agenti, prima che sviluppi una sete per un flacone d'assenzio? S'inserisce perfettamente, se uno dà uno sguardo alle abitudini personali dei gentiluomini del Settecento, che giocavano d'azzardo, bevevano e ballavano nelle strade. E' solo un peccato che duellare sia stato messo fuori legge da un po'. (Sono d'accordo! Si risolverebbero tante di quelle villanerie! n.d.T.)

Perché la poesia piace ai Chaps?

La poesia piace perché è in disaccordo con la cultura contemporanea; è un'attività lenta, meditata che non può essere compiuta velocemente o migliorata elettronicamente.

Quando e come, divenne per la prima volta interessato al Dandismo?

Quando lessi Oscar Wilde, Aubrey Beardsley e Max Beerbohm nei miei primi vent'anni. Il Nuovo Movimento Romantico era allora in pieno vigore. Allora erano tempi più stravaganti, ma mi ci volle comunque una certa fatica per trovare un tre pezzi decente.

C'è qualcosa come un codice d'abbigliamento per le "Chapette", e se sì, come lo descriverebbe?

Il codice d'abbigliamento Chapette, così come esiste, include completi in tweed, brogues, camiciette senza colletto rigido, calze, cappelli, guanti, parasoli. Il New Look di Christian Dior funziona in qualsiasi epoca, almeno fino a quando le fanciulle non tagliano qualche angolo o vestono un abito da sera con scarpe da tennis.



Ci sono molte chiacchiere sulla Rivoluzione Tweed nei circoli Chappisti. Che cosa esattamente comporterebbe? L'adozione universale del Tweed sarebbe sufficiente a soddisfare i Chaps, o vogliono un cambiamento di molta più vasta portata?

La Rivoluzione Tweed risulterebbe in un generale rialzo degli standard di vita per le persone a ogni livello della società. Treni e Bus avrebbero solo carrozze di prima classe; i facchini verrebbero reintrodotti alle stazioni dei treni; tutti i negozi, per quanto grandi, sarebbero indipendenti, e i più ampi avrebbero portinai in livrea; Lyons Corner Houses verrebbero reintrodotte e rimpiazzerebbero tutte le varie filiali di Starbucks, Costa, ecc ecc L'abbigliamento sportivo verrebbe permesso solo sui campi sportivi; il cricket rimpiazzerebbe il calcio come sport nazionale; il servizio nazionale verrebbe reintrodotto; un'educazione classica sarebbe la norma in tutte le scuole statali; i quartieri popolari verrebbero rasi al suolo e i loro abitanti integrati grazie ai vari possessori di case in tutte le porzioni di ogni città, o paese: le grandi catene di negozi come Gap sarebbero costrette a reinvestire i loro enormi profitti per fornire servizi di sartoria a prezzi ridotti; i supermercati verrebbero rimpiazzati da sale di ballo con danze all'ora del Tè, e il cibo sarebbe disponibile solo attraverso piccoli negozietti con prezzi bassi; l'intero centro di Londra sarebbe pedonalizzato e il traffico obbligato a ruotarci attorno: questo riporterebbe indietro i turisti e affollerebbe i caffè pubblici, tanto da finanziare tutto il resto.

Su una nota puramente pratica, come i Chaps si procurano i loro vestiti anacronistici?

Negozi di carità, rigatterie, vendite per beneficenza, aste all'ingrosso...

Potrebbe descrivere la sua visione del gentleman inglese?

Una persona cortese e civile, il cui carisma e arguzia tagli attraverso la banalità della vita di ogni giorno, che si vesta in una maniera che sia piacevole da guardare e che pervada le persone di una malinconica nostalgia.

Qual'è il collegamento tra il Chappismo e il Situazionismo?

Quando abbiamo tentato il "Civilizza la Città", nel 2001, quella era una forma di Situazionismo, in cui c'era una realizzazione pubblica di un ideale estetico.

I Chaps hanno mai ricevuto reazioni ostili dalle altre persone quando sono fuori casa e/o in azione?

Sta diventando sempre più accettabile, oggigiorno, con gruppi pop che si vestono come i Chaps. Ma prima di questo non era comunque mai visto come minaccioso da nessuno, semplicemente per la familiarità del codice di abbigliamento, per quanto perseguito eccentricamente.

Vede i Chaps come continuatori della tradizione delle subculture sartoriali inglesi (come i Mods) o sono una nuova tendenza?

Non sono come i Mods perché non sono un movimento di massa. Sono come i Dada, perchè il Chappismo è una reazione alla cultura mainstream da una minoranza intelligente.

Recentemente i Chaps hanno messo in scena un certo numero di proteste anti moderniste.
Qual'è l'obiezione del gruppo alla cultura moderna?

Il fatto che ha ricevuto lo stesso trattamento come tutto il resto nella nostra vita: globalizzazione, centralizzazione nelle mani di pochi potenti Brands (Tate, Hirst, Emin, Guggenheim, ecc), ma principalmente perché la maggior parte dell'arte moderna è un insulto alla sensibilità estetica.

Ci sono contingenti Chaps significativi nelle province al di fuori di Londra, o in altri Stati Europei?

Non so di "contingenti", ma ci sono sicuramente tanti lettori del Chap in tutta Inghilterra e delle manciate in altri Stati Europei, principalmente Germania, Francia e Finlandia.

Come si è sviluppata l'idea per un'Olimpiade Chap annuale? Per chi non ha mai avuto il beneficio di parteciparvi, potrebbe descrivere cosa vi succede?

E' un'alternativa agli eventi sportivi tradizionali, in cui eleganza e stile sono ricompensate maggiormente che la prodezza sportiva. E' un gioioso circo di buffoneria, eroismo ubriaco, improvvisi scoppi di canzoni, e Chaps e Chapette che mettono in gara l'uno contro l'altro le proprie soi-disant (“sedicenti” n.d.T. Inteso in senso ironico) abilità di gentlemen (come fumare la pipa, indossare pantaloni extra large, mischiare cocktail, annodare cravatte, aprire ombrelli). Era stato escogitato come un'occasione sociale che non fosse solo un'altra rievocazione del 1930, di cui ce ne sono così tante in questi giorni. The Chap mira sempre a essere un passo avanti rispetto ai suoi imitatori.  

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