Qualche anno fa, quando leggevo di
dungeon master disperati perché non trovavano un luogo adatto per le
sessioni di ruolo con i giocatori fellow, ridevo. Nel senso:
trovavo che fosse un'esagerazione, che non si trovasse un luogo
tranquillo dove giocare. Insomma, una città di medie dimensioni
dovrebbe avere per forza un cazzo di luogo tranquillo dove starsene a
leggere, scrivere o chiacchierare.
Devo invece ammettere che non è così.
Io non sono un dungeon master, ma ultimamente quando devo trovare un
luogo tranquillo dove scribacchiare in santa pace, sono sempre più
in crisi (e non solo economica).
Andiamo con ordine.
Tutt'ora, scrivo a casa. Il mio
portatile non è portatile affatto, se non “con grande dispendio di
forze ed energia”. Di scrivere a mano non se ne parla:
ritrascrivendo tutto sul computer stravolgo sempre come minimo
l'ottanta per cento di quanto avevo già scritto a mano, impiegando
come minimo il triplo di quanto normalmente starei a comporre. Uno
spreco totale.
Il problema è che... A scrivere a
casa, fra Parentame vario trovare la giusta concentrazione è
praticamente impossibile. Non si può. Questo brutto articolo lo sto
scrivendo in una pausa in cui (Alleluja!) si son levati tutti dai
coglioni, e stranamente la casa è silenziosa.
Ma normalmente c'è
più chiasso qui che al mercato di Costantinopoli.
Passiamo al piano B: Biblioteche.
Scrivevo nella biblioteca popolare e
tutto andava bene. Fino a qualche mese fa; quando cambiata gestione,
scomparse le vecchie bibliotecarie che conoscevo le hanno rimpiazzate
con grassone indolenti e inutili (tanto più che il prestito è ormai
elettronico, ordunque hanno decisamente esaurito la loro già magra
funzione).
La fila di computeroni anni novanta style sono
stati etichettati, catalogati, muniti di connessione Internet: per
cui al momento è possibile accedervi solo dopo trafila burocratica
che prevede registrazione, password, nuova registrazione e altre
cazzate varie. Puoi restarci solo un ora, o giù di lì (una miseria,
per chi scrive) e teoricamente puoi usarli solo per navigare su
Internet. In alternativa, cinque computer sono stati riconvertiti per
guardare film... E nient'altro. Ne ho acceso uno, ed ero lì che
pacificamente correggevo un capitolo sanguinosissismo di Katherina
quando una quarantenne obesa mi ha fatto segno che no, lì non potevo
stare assolutamente perché sono computer solo per visione di video,
e nient'altro. Faccio notare che altri tre computer erano liberi, ma
la pervicacia teutonica di servire la legge evidentemente scorreva
forte in lei.
Ah, per la cronaca: doveva guardare Twilight (sic).
Ho lo stesso carattere di un Nano
fantasy di basso livello, compreso amore per l'oro e rancori che
perdurano secoli e secoli per cui ho depennato la biblioteca dalla
lista. Non ci andrò mai più.
Che resta?