martedì 1 ottobre 2013

Lanciare gatti nello Spazio

Viviamo in tempi tristi.
Laddove una volta le avventure spaziali erano epopee celebrate con ottimismo scientifico, ora naufragano in finanziamenti cancellati, polemiche sui costi irrisori, luddismo di benpensanti con troppo tempo libero.

Con la Nasa che stringe la cinghia e continua, non sorprende che altre grandi potenze abbiano deciso d'abbracciare il cammino dello spazio, per ottenere successo e riconoscimento internazionale.
Dopotutto, il vero colpo mortale al progresso spaziale è stata la scomparsa dell'Urss, tracollata dopo lent'agonia. Come viene efficacemente espresso dai critici anti-hegeliani, la scomparsa di un contendente non è mai bella cosa. Equilibrio e ricchezza si realizzano con lotte e antagonismi, non con triti monopolii. La scomparsa della dialettica oppositiva, l'Aufhebung, il " superamento che conserva" hegeliano (americano?) si traducono sempre in un predominio stagnante.

Gatti nello spazio! Nyan cat! ...
Così accogliamo con favore che l'Iran abbia deciso di lanciare un gatto nello spazio. 
Non ha perfettamente senso, che uno Stato che ha già dimostrato d'essere incapace perfino di usare photoshop scelga risoluto di gettarsi nella corsa allo spazio. Ma dopotutto, perchè no? 
Abbiamo lanciato cani e scimmie; mancava un gatto, per completare il trittico degli animali dell'uomo.

Mi chiedo se a questo punto la Svizzera lancerà nello spazio un criceto...
Emh. Okay. Il gatto in questione sarà un gatto persiano; informazione curiosa, considerando che l'Iran occupa quella che una volta era la cara, vecchia Persia. E se tornerà vivo- tentativo già provato con mezzo successo dalla seria (?) Francia- senza dubbio le informazioni biologiche e tecnologiche risulteranno utili, al fine del più nobile lancio nello spazio di un astronauta iraniano, nel 2018.

In attesa d'ulteriori sviluppi, non posso fare a meno d'immaginare il grumpy cat di Internet vagare incazzato nello spazio, una smorfia di assoluto nichilismo sul volto... Un'immagine di desolante pessimismo esistenziale... ma come ho detto, viviamo in tempi tristi.  

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